La Rai e Giorgia Meloni. I cambiamenti all’interno della televisione pubblica continuano a tenere banco. Cresce la curiosità per il nuovo che avanza e la presentazione dei palinsesti qualcosa ha rivelato.
La televisione pubblica, Mamma Rai per la prima volta in mano ad un governo di destra. Come cambia, cosa dobbiamo attenderci? Cosa significherà, realmente, il tanto annunciato cambio di narrazione?
La speranza è che questo giro di nomine, nonché l’andirivieni di personaggi che escono dalla tv pubblica ed altri che ne vengono a far parte, produca qualità. La Rai, come servizio pubblico, è quello che trasmette, al di là, e molto oltre, il governo che ne muove i fili. Quando si parla di formazioni governative si è sentito parlare un’infinità di volte di “governo dei migliori”.
Sui risultati concreti è meglio sorvolare, ma occorrerebbe che in Rai si seguisse, ma realmente, questo sano principio. Che lavorino i migliori, al di là della loro appartenenza politica. Qualche volta è accaduto. Negli ultimi anni decisamente no. In questo momento in cui si teme che la destra governativa dia un’impronta troppo tradizionalista, conservatrice e allontani, più o meno cordialmente, chi la pensa in maniera differente, chiediamo a Giorgia Meloni e alla sua maggioranza di destra, di dare un segnale forte.
Un atto, televisivamente parlando, che la sinistra, al governo ininterrottamente nell’ultimo decennio, non ha mai voluto fare. Chiediamo a Giorgia Meloni di “fare qualcosa di sinistra”, quasi parafrasando Nanni Moretti e il suo film, Aprile: riportare in tv Michele Santoro. La scelta più logica, più normale. Se davvero in tv vi sono i migliori, o dovrebbero esserci, non può certo mancare chi ha segnato la televisione degli ultimi quarant’anni e che da anni ne è clamorosamente escluso.
La Rai, Giorgia Meloni e Michele Santoro
Michele Santoro, insieme a Maurizio Costanzo, ha scritto una delle pagine più belle ed emotivamente intense, dove la Rai, come Servizio Pubblico, ha dato il meglio di sé.
La staffetta Rai-Mediaset contro la mafia, condotta e orchestrata magnificamente da due maestri del giornalismo e della comunicazione, è una pietra miliare della nostra televisione. E’ bastevole quello straordinario evento per far entrare Michele Santoro, e ovviamente Maurizio Costanzo, di diritto, nella storia della televisione. Per cui non occorre fare un ulteriore elenco dei programmi di successo condotti dal grande giornalista di Salerno.
La sua storia professionale parla per lui. Per questo l’informazione politica non può fare a meno di una simile figura. Non può prescindere dalla sua lettura di fatti e personaggi, soprattutto in un tempo così confuso, dove di politica parlano tutti e dove la stessa politica sembra viaggiare più sui social che in Parlamento. Ma se la Rai in mano alla destra cosiddetta reazionaria e chiusa al pensiero diverso di Giorgia Meloni spalancasse le porte nuovamente a Michele Santoro, dove si andrebbe a rifugiare la sinistra?