L’aumento dei casi di aviaria sta destando non poche preoccupazioni. In questi giorni, l’OMS ha messo in guardia l’intera popolazione.
Quello che stiamo affrontando non è periodo affatto roseo, sotto diversi aspetti. La pandemia di Covid-19 e l’inizio del conflitto in Ucraina hanno portato a veri e propri stravolgimenti a livello internazionale. A questi si aggiungono l’emergenza climatica e gli allarmi per la diffusione di malattie virali come la peste suina, che sta mettendo a rischio la suinocultura in Italia (in particolare nel Nord) e non solo.
La peste suina non è l’unico problema che sta destando preoccupazione negli ultimi tempi. In questi giorni, infatti, l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) ha lanciato un allarme riguardo l’aumento dei casi di influenza aviaria, con la conseguente moria di numerosissimi uccelli, tra cui il pollame. Si tratta di una patologia infettiva, molto contagiosa e in grado di diffondersi a macchia d’olio con gravi conseguenze per la salute.
Nota anche come peste aviaria, interessa principalmente gli uccelli (non solo selvatici ma anche domestici). A seconda del caso, può manifestarsi con sintomi leggeri o particolarmente critici. Ad essere colpiti sono soprattutto gli apparati respiratorio, nervoso e digerente. La malattia si lega ad un tasso di mortalità elevato e può essere trasmessa dagli animali agli esseri umani.
Aviaria, quali sono i rischi per la salute
La pericolosità dell’aviaria è stata constata già in passato. Nel 1996, infatti, sono stati abbattuti milioni e milioni di uccelli, per evitare una diffusione del virus. A partire dalla fine del 2021 la malattia è tornata a far allarmare gli esperti, con la registrazione di un numero sempre crescente di focolai in Europa e negli Stati Uniti. Una notizia decisamente preoccupante, come sottolineato dall’OMS.
“Alcuni mammiferi possono far mutare il virus dell’influenza portando all’emergere di nuovi virus che potrebbero essere più dannosi per gli animali e per l’uomo” è stato spiegato in una nota. Negli scorsi mesi l’influenza ha interessato “nuove regioni geografiche” provocando “insolite morie di uccelli selvatici”, come spiegato da Gregorio Torres, capo scientifico di WOAH (Organizzazione mondiale per la salute animale).
Quest’ultima collabora insieme all’OMS e alla FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) nella tutela di esseri umani, animali e ambiente. I dati sono assolutamente allarmanti e il pericolo riguarda sia i mammiferi che ognuno di noi. Determinare in che modo si svilupperà la situazione, per il momento, risulta alquanto complicato. Tuttavia, ciò che sappiamo è che si tratta di un rischio molto elevato.