Mogol e quella lettera a Lucio Battisti. Sono passati 25 anni da quando il genio di Poggio Bustone ha lasciato questa terra. Soltanto quella perché i suoi Pensieri e parole non ci lasceranno mai.
9 settembre 1998 – 9 settembre 2023. 25 anni senza Lucio Battisti. Possibile? Possibile. Eppure sembra sempre accanto a noi perché, ancora oggi, sentiamo quell’irrefrenabile attrazione di metter su un vinile e ascoltare quella voce così particolare, così musicalmente unica. Un vinile, mi raccomando, perché soltanto su quel supporto si può godere al massimo l’arte del genio di Poggio Bustone.
Non è soltanto un’operazione nostalgia per far finta di dimenticare di avere ormai i capelli bianchi e ricordare magari i nostri vent’anni quando bastava una chitarra per cantare in gruppo tutto il nostro Canto libero. È un continuo, reiterato, spontaneo, sentito, doveroso ringraziamento a chi ha semplicemente reso più bella la nostra vita. Sono i giorni dedicati ai ricordi di chi l’ha conosciuto personalmente e di chi l’ha conosciuto musicalmente.
E se si pensa all’artista Lucio Battisti non si può non pensare a colui con il quale ha costituito la coppia d‘oro della canzone d‘autore italiana, Giulio Rapetti, in arte Mogol. Sono loro gli italici John Lennon e Paul McCartney, sono loro che hanno posto le loro firme in calce a capolavori in musica che non conoscono l’usura del tempo. E a Mogol è legato uno degli episodi più emozionanti legati agli ultimi giorni di vita di Lucio Battisti.
Lucio Battisti e quella lettera di Mogol…
E’ il 17 agosto 1998 quando Lucio Battisti viene ricoverato all’Ospedale San Paolo di Milano. Appena saputo, Mogol scrive una lettera a Lucio Battisti. Il grande paroliere ha ricordato quell’emozionate episodio nel libro di Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro “Il mio amico Lucio Battisti“.
“Ho cercato di contattare Lucio in ospedale, scrivendo una lettera che ho affidato ad un dottore, che conosceva un’infermiera che lavorava in ospedale. Avevo scritto “Caro Lucio, spero che la stampa esageri, comunque questo è il mio numero, se hai bisogno io ci sono“, queste le sue parole riportate da lastampa.it. Della sua lettera Mogol non ha saputo più nulla. Se Lucio Battisti l’avesse letta o meno, o peggio se qualcuno l’avesse addirittura strappata.
Un dubbio che è svanito dolcemente grazie alla rivelazione del dottor Antonio Del Santo. E’ stato lui stesso a raccontare quell’episodio. E’ stato lui, personalmente, a consegnare al grande artista la lettera di Mogol. E a scorgere la reazione di Lucio Battisti. “Impiegò qualche minuto per arrivare in fondo, poi ripiegò la lettera, la infilò nella sua busta e la posò sul comodino, con un’ombra di commozione“. E nessun commento.
Dopo dieci anni Mogol ha finalmente avuto la certezza che il suo amico Lucio Battisti aveva letto la sua lettera. Un’emozione forte: “È un giorno bellissimo” ha commentato. Fisicamente lontani, ma ancora una volta, idealmente insieme. Una lettera, poche, bastevoli parole. Tu chiamale se vuoi, emozioni.