Con 9 voti favorevoli su 11, la Corte Suprema del Brasile ha preso una decisione storica. Il cosiddetto “trucco del limite del tempo” è stato finalmente abrogato.
Una vittoria senza precedenti per le comunità indigene. Il Tribunale Supremo Federale del Brasile – che, nel Paese, detiene il potere giudiziario – ha posto fine al cosiddetto “trucco del limite del tempo”. La sentenza della Corte Suprema rappresenta una “vittoria storica” per l’intero Stato, come affermato dagli attivisti.
Per decenni, gli indios sono stati costretti a rinunciare alle loro terre e a qualsiasi diritto di rivendicazione. Il termine “trucco del limite del tempo” è stato coniato dagli attivisti per i diritti umani, in riferimento alla strategia sfruttata dall’agroindustria per tenere la popolazione indigena lontana dai latifondi in cui, in passato, ha vissuto per generazioni.
Questa tesi è nota anche come “marco temporal” (in portoghese). Si basa sull’idea che gli indios possano esercitare i loro diritti di rivendicazione esclusivamente sulle terre occupate a partire dal 5 ottobre 1988, data in cui la Costituzione del Brasile è entrata in vigore.
Brasile, la fine del “trucco del limite del tempo” segna una svolta per le comunità indigene che rivendicano le loro terre
Secondo i sostenitori del principio, il “trucco del limite del tempo” era la soluzione migliore per limitare i conflitti sorti per il possesso dei latifondi. Considerando, soprattutto, la durata dell’iter di censimento e resa dei latifondi alle comunità indigene. La tesi, inoltre, si sposava perfettamente con i piani dei nuovi possessori delle terre.
Queste, per la maggior parte, sono passate in mano a latifondisti impegnati nell’agricoltura intensiva, destinata all’esportazione. Con il governo guidato da Jair Bolsonaro, poi, il principio del “marco temporal” ha raggiunto il suo apice. L’ex presidente, infatti, era fermamente convinto che fosse stata consegnata una quantità di terra “eccessiva” agli indios (ovvero il 17%).
Il “trucco del limite del tempo” ha giocato un ruolo centrale nel processo di sottrazione di latifondi ai popoli indigeni, a favore del settore industriale. Gli indios hanno abitato in quelle terre per secoli, prima di ritrovarsi a perdere tutto durante gli anni del colonialismo e della successiva dittatura militare (iniziata nel 1964 e terminata nel 1985).
Sonia Guajajara, ministro dei Popoli indigeni, ha festeggiato la decisione della Corte Suprema mentre si trovava a New York (in occasione di un’Assemblea generale dell’ONU) ricordando i “giorni di lotta, di preoccupazione, di attesa” affrontati. “Questa sentenza garantisce un futuro più giusto per il Brasile e per il mondo” ha commentato l’attivista e politica.
Una vittoria non solo per i popoli indigeni, dunque. Con il rinnovamento del “marco temporal” questi ultimi avrebbero rischiato di perdere addirittura le terre rese in passato. Terre in cui la deforestazione non ha preso piede (come accade, invece, in quelle destinate all’agricoltura intensiva) e che rappresentano una risorsa di grande importanza per il pianeta Terra.