È passato più di un anno dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e, oggi, il conflitto tra le due nazioni si starebbe espandendo in Africa.
L’invasione russa dell’Ucraina ha avuto inizio il 24 febbraio del 2022. Quella che Putin aveva descritto come un'”operazione militare speciale” dalla durata di pochi giorni, si è rivelata presto ciò che è realmente. Il conflitto ha causato la morte di centinaia di migliaia di persone e ne ha costrette altrettante a lasciare la propria terra, determinando una vera e propria crisi umanitaria in Europa.
Le conseguenze della guerra si sono fatte sentire, a livello globale, anche sul lato economico. L’invasione dell’Ucraina, infatti, ha portato ad un aumento vertiginoso dei prezzi di gas ed elettricità. Ma le bollette non sono state le uniche ad andare incontro ad un incremento: lo stesso vale per un numero sempre maggiore di alimenti.
Un esito disastroso, che è finito col mettere ulteriormente in difficoltà famiglie e individui che dovevano già fare i conti con le conseguenze della pandemia di Covid. In tempi più recenti, come se non bastasse, il conflitto tra i due Paesi si è espanso andando a coinvolgere il continente africano, come sottolineato in un servizio della CNN nelle scorse settimane.
Lo scontro tra Ucraina e Russia in Sudan
L’escalation di violenza nel Medio Oriente ha, in un certo senso, fatto diminuire l’attenzione nei riguardi del conflitto che Russia e Ucraina continuano a vivere. Come affermato in precedenza, l'”operazione militare speciale” sarebbe dovuta durare solamente qualche giorno. Eppure, ad oltre un anno di distanza dall’inizio della guerra, la situazione non smette di essere tragica.
Ora, a pagarne le conseguenze, ci sarebbe anche l’Africa, diventata teatro di scontri tra i due fronti. In particolare, il Sudan – che nel mese di aprile ha conosciuto l’ennesimo colpo di stato – sarebbe stato interessato da una serie di operazioni segrete ad opera dell’Ucraina. L’obiettivo è colpire l’organizzazione paramilitare nota come Forze di Supporto Rapido (RFS), guidata dal generale Mohammed Dagalo.
È stato proprio quest’ultimo – supportato dai mercenari Wagner – ad organizzare il golpe. Il gruppo di ribelli, creato da Omar al Bashir con lo scopo di realizzare una pulizia etnica contro il popolo non-arabo del Darfur, in seguito al tentativo di colpo di stato ha iniziato a scontrarsi con l’esercito ufficiale del generale Abdel Fattah al-Burhan.
In uno scenario già caratterizzato da un terribile crisi sociale, si sono aggiunti – come spesso accade – gli interessi di Paesi terzi. Da una parte la Russia che, dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, si sta impegnando per aumentare la sua influenza nel continente africano. Dall’altra parte la nazione guidata da Zelensky, intento ad ostacolare i piani del suo avversario Putin.
L’Ucraina è intervenuta andando ad attaccare l’RFS ricorrendo a droni che, in base alle ricostruzioni della Cnn, rientrerebbero pienamente nell’offensiva dello Stato. Secondo gli esperti, infatti, il loro utilizzo non sarebbe attribuibile all’esercito sudanese. La conferma arriva anche dal ritrovamento dei controller con scritte in lingua ucraina. Per il momento, tuttavia, non sono giunte rivendicazioni da parte della nazione.