A finire nel mirino della malavita organizzata la leggenda del Milan e della Nazionale. Una faccenda parecchio spinosa.
Sono stati individuati solamente nelle ultime ore dai Carabinieri i responsabili degli atti intimidatori. Rispondono al nome di Aldo Abruzzese e Mustapaha Hamil, come riportano i principali quotidiani nazionali. I due sono stati arrestati dal comando territoriale di Corigliano-Rossano, nel Cosentino, all’interno dell’operazione anti-‘ndrangheta che ha visto coinvolta anche la famiglia dell’ex campione del mondo con la Nazionale di calcio nel 2006.
La vicenda in realtà risale allo scorso anno, quando i malviventi estorsero un pagamento di 3mila euro di pizzo sul finanziamento richiesto e ricevuto dal papà Francesco, che all’epoca stava cercando di realizzare un impianto fotovoltaico. Sembra che in parte questa cifra sia stata già corrisposta tramite un emissario, nonché persona vicina all’ex bandiera del Milan, una fetta del denaro è stata sequestrata dalle forze dell’ordine.
La sorella di Gennaro Gattuso minacciata dalla ‘ndrangheta per il pizzo, cos’è successo
Una lunga indagine condotta dai Carabinieri del Reparto Territoriale di Corigliano-Rossano ha infine portato all’arresto di due persone nei giorni scorsi nel Cosentino. Si tratta nello specifico di Aldo Abruzzese e del cittadino di origini marocchine, Mustapha Hamil. Loro le due figure dietro gli atti intimidatori perpetrati nei confronti di Francesco e Ida Gattuso, rispettivamente papà e sorella dell’ex calciatore del Milan – oggi è in panchina all’Olympique Marsiglia.
Tra aprile e dicembre dello scorso anno infatti la auto della donna sarebbe stata danneggiata in tre diverse occasioni – ad aprile, ottobre e dicembre – e, tra l’altro, è stata anche data alle fiamme. L’Opel Adam incendiata avrebbe causato anche numerosi problemi ai residenti del quartiere dove la donna l’aveva parcheggiata, nei pressi della sua abitazione, come riporta La Gazzetta dello Sport. Fortunatamente i vigili del fuoco sono riusciti ad arginare il fuoco scongiurando scenari peggiori.
Tutto per costringere la sua famiglia a riscuotere il ‘pizzo’ sul finanziamento di 80mila euro che il padre ha richiesto e ottenuto in passato per costruire un impianto fotovoltaico. Una somma complessiva di 3mila euro che pare sia stata già in parte pagata tramite un emissario in contatto con i malviventi. A recuperare una porzione del denaro corrisposto sono stati proprio i Carabinieri, intervenuti a inizio 2024.