Gli attacchi delle bande criminali hanno gettato Haiti nel caos. Il primo ministro Ariel Henry, al momento, è impossibilitato al rientro nel Paese.
Il leader delle bande criminali – che, ormai da tempo, tengono sotto controllo la capitale del Paese Port-au-Prince – ha rilasciato un’intervista lo scorso 5 marzo. Alla stampa, Jimmy Chérizier (soprannominato “Barbecue”) ha fatto sapere che, se Ariel Henry non rinuncerà al suo incarico, faranno scoppiare “una guerra civile che porterà a un genocidio”.
L’ex poliziotto 46enne, insieme ai suoi uomini, è intenzionato ad estromettere il primo ministro. Henry è diventato premier in seguito alla morte di Jovenel Moïse, nel 2021, per finire molto presto al centro di accese polemiche. Da anni, infatti, viene accusato di essere stato incapace di far fronte alla crisi economica e sociale che ha colpito il Paese.
Come se ciò non bastasse, la posticipazione delle elezioni – che si sarebbero dovute tenere entro lo scorso 7 febbraio – ha generato una nuova ondata di malcontento. Negli scorsi giorni, Henry si è recato in Kenya provocando lo scoppio di ulteriori proteste. Il primo ministro, nello Stato dell’Africa orientale, ha stilato un accordo con l’ONU per una missione di sicurezza ad Haiti.
Haiti, l’offensiva delle bande criminali tiene il primo ministro lontano dal Paese: annunciato lo stato d’emergenza
Il patto in questione prevede la spedizione di mille agenti della polizia keniota nel Paese, al fine di fermare le azioni delle bande criminali. A questo, si aggiunge la decisione di far slittare la scadenza per la convocazione delle elezioni haitiane a metà 2025. Un provvedimento preso da un gruppo di leader di Stati caraibici nel corso di un incontro tenutosi a Guyana poco prima della visita di Henry in Kenya.
Ora che per il primo ministro è arrivato il momento di tornare nel suo Paese, gli è stato impossibilitato il rientro. Henry è dovuto atterrare a Puerto Rico, come spiegato da Sheila Anglero (portavoce del governo) all’AFP. L’emittente haitiana Radio Télé Métronome ha fatto sapere che, nonostante la sua volontà di volare fino a Port-au-Prince, il premier è stato costretto a correre ai ripari.
Haiti, infatti, è precipitata nel caos. Le bande criminali hanno sferrato una serie di attacchi colpendo diverse stazioni di polizia, oltre all’aeroporto – dove le violenze hanno impedito anche al primo ministro di rientrare. Attualmente, sono due le prigioni cadute nelle loro mani, mentre il carcere della capitale è stato assalito con l’evasione di migliaia di detenuti.
Chérizier minaccia di voler “rompere il sistema” del Paese, in cui nella giornata di giovedì 7 marzo è stato dichiarato lo stato d’emergenza. Prorogato fino al 3 aprile, questo coinvolge il dipartimento dell’Ouest (e, in particolare, Port-au-Prince). In base a quanto riportato dalle Nazioni Unite, sono almeno 15mila le persone che hanno lasciato la capitale proprio a causa dei disordini.