L’entrata in vigore della legge sull’immigrazione promulgata dallo Stato del Texas è stata nuovamente bloccata da una Corte d’Appello federale.
Da quando lo Stato del Texas ha approvato la Senate Bill 4 (SB4), l’entrata in vigore della nuova legge sull’immigrazione (inizialmente prevista in data 5 marzo) è stata sospesa più volte. Sono stati presentati diversi ricorsi, infatti, con l’accusa di incostituzionalità della norma da parte della Casa Bianca.
La legge che in questi giorni ha attirato tante critiche ha trovato l’approvazione del governatore repubblicano del Texas, Greg Abbott, lo scorso 19 dicembre. Quest’ultimo, in passato, ha espresso in più occasioni il suo disappunto nei confronti delle politiche migratorie di Joe Biden. A detta sua, il presidente degli Stati Uniti non avrebbe agito intenzionalmente davanti a quella che lui stesso ha definito un'”invasione”.
Il tema dell’immigrazione si è fatto sempre più accesso negli USA, in particolare con l’inizio delle primarie, in vista delle elezioni presidenziali che si terranno il 5 novembre. E mentre Biden e Trump si contendono i consensi degli elettori, dal Texas giunge una legge che, nel suo testo, prevede il riconoscimento, alle autorità statali, di poteri pari a quelle federali.
Texas, bloccata la legge che consente l’arresto di migranti ritenuti illegali
In sostanza, la norma consentirebbe agli agenti di fermare e arrestare i migranti irregolari, con espulsione in Messico. Dalla legge, inoltre, deriverebbe un nuovo reato, che consisterebbe nell’“ingresso illegale in Texas da un Paese straniero”. Le pene, in tal caso, andrebbero dai 6 mesi di carcere ai 20 anni (per coloro che vengono meno all’obbligo di rimpatrio).
Secondo la Casa Bianca, la Senate Bill 4 rischierebbe solo di creare “il caos al confine meridionale del Paese”. A contestare la legge, sono state anche numerose associazioni di diritti dei migranti e ONG. Il Ministero degli Esteri del Messico, da parte sua, ha fatto sapere di non essere disposto ad accogliere alcun migrante in caso di respingimenti dal Texas.
Un mese fa, a fine febbraio, la norma era già andata incontro ad un blocco. Un altro tribunale aveva poi cambiato rotta, andando ad approvare la legge. È successivamente intervenuta la Corte Suprema che, dopo aver fermato la sua entrata in vigore, ci ha ripensato dicendosi favorevole. Il 19 marzo, tuttavia, una Corte d’Appello è riuscita a bloccare nuovamente la Senate Bill.
Il tribunale ha dato inizio alle udienze e, per il momento, l’approvazione della norma è sospesa. Bisognerà attendere la sentenza dei giudici per conoscere lo sviluppo della legge, destinata – in caso di approvazione – ad avere sicuramente delle conseguenze importanti sull’intera nazione e sulle sue politiche, sia interne che esterne.