Nuovi sviluppi sul caso Regeni. Il medico legale: “Torturato con bruciature, bastonate sui piedi e ammanettamento di polsi e caviglie”.
L’omicidio di Giulio Regeni avviene in Egitto tra gennaio e febbraio 2016. Giulio Regeni era un dottorando italiano dell’Università di Cambridge, rapito a Il Cairo il 25 gennaio 2016. L’uomo è stato ritrovato senza vita il 3 febbraio successivo nelle vicinanze di una prigione dei servizi segreti egiziani.
Il corpo presentava evidenti segni di tortura, al punto che la madre lo riconobbe “dalla punta del naso”. Ma ad oggi, dopo vari anni, troviamo ulteriori risvolti sul terribile ed angosciante accaduto. Vediamo cosa emerge dai successivi risvolti sulla morte del ragazzo.
Omicidio Giulio Regeni: queste le parole del medico legale
Gli egiziani hanno attribuito la morte ad un grave ematoma che ha compresso il cervello che poi lo ha portato alla morte. “Causa non compatibile con quello che abbiamo riscontrato noi in Italia” – spiega il medico legale, il professor Vittorio Fineschi. Ma infatti ad oggi la svolta sul caso conferma ben altro.
Sul corpo di Giulio Regeni sono state riscontrate “quasi tutte le torture messe in atto in Egitto e descritte, tra cui pugni, calci, uso di mazze, bruciature”. Queste le parole del professore Vittorio Fineschi, specialista in medicina legale e consulente della procura di Roma, nel corso di una nuova udienza del processo sull’omicidio del ragazzo.
‘L’Egitto negli anni ha pubblicato due lavori scientifici sulla tortura – ha spiegato in aula Fineschi, che ha eseguito il 6 febbraio 2016 l’autopsia sul corpo del ricercatore italiano. Sono diversi i casi di persone dunque prima arrestate e poi torturate nelle stazioni di polizia o in carcere.
Inoltre in uno studio effettuato si evince che nei 367 casi di torture avvenuti nel 2009-2010 in Egitto vengono riportate moltissime modalità di tortura, riscontrate anche sul corpo di Giulio Regeni come le bastonate sui piedi fino alla frattura di tutte le ossa”.