Claudio Baglioni e l’intervista-confessione rilasciata ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera. L’uomo ‘Oltre’ l’artista, la persona ‘Oltre’ il personaggio.
“Ora sono un uomo libero, un uomo, oltre”, è il verso finale del brano Pace, tratto dal doppio album Oltre, anno 1990. Il primo album di una Trilogia del tempo, il cui Oltre ha il volto del passato, Io sono qui rappresenta il presente e Viaggiatore sulla coda del tempo, il futuro.
“Ora sono un uomo libero, un uomo, oltre” può anche essere il compendio migliore di una lunga intervista che Claudio Baglioni ha rilasciato ad Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera. Il prossimo 16 maggio saranno passati 73 anni dal momento in cui a “Montesacro tutto cominciava”.
73 anni dopo, e dopo 60 di carriera, a Claudio Baglioni è venuta voglia di raccontarsi, di scrollarsi di dosso remore e timidezze, verità, mezze verità e bugie che hanno spesso caratterizzato la vita privata e professionale dell’artista romano. Ha già annunciato, con largo anticipo, che il 2026 sarà l’anno dell’addio alle scene.
Come gli ha insegnato il suo papà, quando lo portava ad assistere ad incontri di pugilato tra dilettanti.” Papà diceva che un pugile deve scendere dal ring da vincitore, non da suonato. E io ci tengo a essere un suonatore”. Baglioni ha scelto l’uscita dalla porta principale e quale occasione migliore per fare due chiacchiere.
Vita privata, il ruolo di papà Riccardo, brigadiere, di mamma Silvia e di una carriera che, nel corso dei decenni ha attraversato mode e vissuto accanto a tutti i più grandi artisti italiani, e non solo. Non sono mancati i momenti difficili e la voglia di mollare tutto.
Claudio Baglioni e la marea di colleghi
I ricordi affiorano uno dopo l’altro, trasportati da un’inevitabile malcelata nostalgia. Un concorso di canzoni a Venezia dove la giuria era formata da marinai. Il giovane Claudio ha intonato la sua, tristissima, Notte di Natale. L’ultimo posto è suo, al penultimo, un po’ più su, si è posizionato Rosalino Cellamare, in arte Ron.
I canali di Venezia hanno fatto provare cupi pensieri ai giovani, e depressi, cantautori. A salvarli da eventuali insani, ed estremi, gesti è stato un ‘angelo’ non propriamente rispondente all’iconografia classica. Il suo nome è Lucio Dalla. E con Francesco De Gregori come è andata veramente?
“Lui disse in un’intervista, a Re Nudo o al Mucchio Selvaggio, di voler “inquinare il mare tranquillo e tranquillizzante di Mino Reitano e Claudio Baglioni”. Io gli risposi, non da una rivista alternativa ma da Sorrisi&Canzoni che neanche “Buonanotte fiorellino” era un inno rivoluzionario”.
Poi è nata un’amicizia che ha portato, una volta, i due cantautori romani ad improvvisare un happening in piazza del Pantheon. A dirla tutta non è stato un successo. Nessuno li ha riconosciuti nonostante avessero intonato i loro brani più conosciuti: “Un giapponese ci gettò una moneta”, ha ricordato Baglioni.
Istanti, momenti di una vita vissuta sempre secondo le regole. Le sue. Quelle che gli hanno insegnato i suoi genitori di origini umbre. Alla soglia del 73esimo compleanno Claudio Baglioni ne ha raccontate di storie. Passato, presente e futuro si sono intrecciate. In questa intervista, però, è stato il passato a dominare.
Anche per questo è andato… Oltre.