Fai molta attenzione a questa truffa. Potrebbero ingannarti da un momento all’altro, ma noi ti daremo gli strumenti per difenderti. Chi ti contatta si spaccia per un agente di Polizia, ma in realtà sta soltanto provando a truffarti. Ecco come fanno.
Le truffe sono all’ordine del giorno ormai, ogni volta ce n’è una diversa, sempre più ingegnosa. Alcuni malintenzionati potrebbero provare a fregarti, facendoti credere di trovarti in una situazione di pericolo, costruita ad arte soltanto per spaventarti e farti perdere la lucidità. In questi casi, è proprio la lucidità che non deve mai mancare, altrimenti c’è il fortissimo rischio di cadere nella trappola di queste persone molto poco oneste.
Una delle ultime truffe segnalate dalle forze dell’ordine riguarda il coinvolgimento di un soggetto in un’indagine che riguarda la pedopornografia. Il documento sembra davvero reale e le richieste che vengono effettuate all’interno della comunicazione sembrano provenire direttamente dal distretto di Polizia più vicino alla tua abitazione. Ecco come funziona questa truffa e cosa devi fare per difenderti.
La truffa della pedopornografia: ecco come funziona
Immagina di ricevere un documento da parte delle forze dell’ordine nel quale vieni avvisato di essere indagato per pedopornografia. Questo documento ti chiede di fornire giustificazioni legate ad un comportamento illegale, altrimenti ti annuncia una sanzione dal punto di vista penale. Ovviamente, questo documento sembra reale, ma non è così. Le forze dell’ordine assicurano che tanti cittadini italiani hanno creduto di essere davvero indagati, quindi il documento è identico a quello di un tribunale.
Come capita sempre in questo genere di truffe, l’alternativa all’indagine è il pagamento di una cifra. Attraverso questo pagamento, le indagini si fermeranno e, come per magia, tutto sarà dimenticato. Ovviamente, nessun funzionario dello Stato può richiedere dei soldi ad un cittadino per evitargli un processo, quindi questo documento è sicuramente falso. La Polizia di Stato lo ha pubblicato per mettere in guardia i cittadini, anche perché c’è chi è caduto nella trappola.
Stiamo parlando di un cittadino italiano residente in Cina, che ha creduto alla trappola di un gruppo di criminali che avevano la sede logistica nel bergamasco. Questi malviventi sono stati denunciati dalla Polizia postale di Milano e adesso dovranno affrontare un processo. Ma, a differenza di quelli che inviavano illegalmente alle loro vittime, questa volta sarà tutto vero! La Polizia ricorda a tutti di non rispondere alle mail nelle quali degli organi di Stato richiedono di cliccare su link per evitare guai di ogni genere.