Cina-Taiwan, tensione alle stelle: decine di aerei e navi da guerra circondano l’isola

Tra il 23 e il 24 maggio la Cina ha dato inizio ad una serie di manovre militari che, tra navi e aerei, hanno portato ad un allarmante accerchiamento di Taiwan.

Il rapporto tra i due Paesi è, da sempre, caratterizzato da ostilità. Tuttavia, negli ultimi giorni, si è assistito ad una preoccupante escalation da parte della Cina. Le manovre militari della nazione sono state lanciate lo scorso 23 maggio e sono proseguite nella giornata successiva. Queste sarebbero una risposta diretta all’elezione del nuovo presidente Lai Ching-te, considerato un “pericoloso separatista”.

Aumentano le tensioni tra Cina e Taiwan
Le tensioni, tra Cina e Taiwan, sono sempre più alte: Pechino dà il via ad una serie di operazioni militari intorno all’isola – Foto Ansa – formatonews.it

Era il 1949 quando Taiwan ha raggiunto l’autonomia. Eppure, la Repubblica Popolare Cinese si rifiuta di riconoscere l’isola come uno Stato a tutti gli effetti, descrivendola invece come una provincia ribelle. Nota anche con il nome di Taipei cinese (vista l’opposizione, da parte della Cina, in merito all’utilizzo di un nominativo indipendente), la nazione ha recentemente celebrato l’elezione di Lai Ching-te a presidente.

La sua vittoria, però, ha fatto storcere il naso a Pechino. Il nuovo capo di Stato è finito presto nell’occhio del ciclone, in particolare per via della sua posizione indipendentista. Questo nonostante Lai, durante il suo discorso d’insediamento, abbia preferito mantenere un profilo basso, dicendosi a favore del “mantenimento dello status quo” a Taiwan.

Cina, al via l’operazione militare intorno a Taiwan: la “punizione” del governo di Pechino

Il presidente, tuttavia, ha parlato anche della tutela di un equilibrio che dovrebbe puntare a mantenere l’indipendenza del Paese. A distanza di tre giorni dalla sua elezione, la Cina ha lanciato la cosiddetta operazione “Spada congiunta 2024-A”. Le parole di Li Xi, portavoce dell’esercito di Pechino, sono state molto chiare al riguardo: “Le manovre sono una punizione per gli atti separatisti compiuti da Taiwan e un avvertimento contro le interferenze esterne”, ha dichiarato.

Taiwan risponde alle operazioni militari cinesi
In seguito all’elezione del presidente Lai Ching-te, il Governo di Pechino ha deciso di “punire” le posizioni separatiste di Taiwan – Foto Ansa – formatonews.it

Come spiegato da quest’ultimo, tra il 23 e il 24 maggio l’esercito cinese ha circondato l’isola, a partire dallo stretto di Taiwan, dirigendosi “anche a nord, a sud e ad est” della nazione – ha fatto sapere il portavoce – “nonché nelle aree intorno alle isole di Kinmen, Matsu, Wuqiu e Dongyn”. La Cina ha attivato decine di navi da guerra e aerei, ricorrendo per la prima volta alla guardia costiera di Pechino.

Uno dei portavoce del Ministero degli esteri, Wang Wenbin, ha inoltre affermato, rivolgendosi alla popolazione di Taiwan, che “il sogno dell’indipendenza finirà nel sangue”. Dichiarazioni gravi, insomma, che hanno portato presto ad una risposta da parte dell’isola. Il governo, infatti, ha optato per la mobilitazione delle forze armate (aerei, navi e unità missilistiche) con l’obiettivo di difendere la sovranità della nazione.

“Sarò in prima linea con i nostri fratelli e sorelle militari – ha annunciato il neo-eletto presidente dalla base militare di Taoyuan (un distretto di Taiwan) – per difendere la sicurezza nazionale”. Le tensioni tra i due Paesi stanno, dunque, raggiungendo livelli sempre più preoccupanti, nell’ottica di un possibile conflitto. A detta degli analisti politici, tale prospettiva rischierebbe di avere conseguenze decisive per l’intera comunità internazionale. Ad ogni modo, secondo le previsioni, per il momento continua ad essere un’ipotesi lontana.

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