Un teschio egiziano di 4.000 anni, conservato presso l’Università di Cambridge, nasconde studi sul cancro al cervello iniziati nell’antichità.
Il cancro è spesso considerato una malattia dell’era moderna. Tuttavia, i testi medici dell’antico Egitto indicano che i guaritori dell’epoca erano a conoscenza di questa condizione. Ora, nuove prove provenienti da un cranio di più di 4.000 anni hanno rivelato che gli antichi medici egiziani potrebbero aver tentato di curare alcuni tumori con la chirurgia.
In un nuovo studio, i ricercatori hanno analizzato un teschio umano proveniente dalla Collezione Duckworth dell’Università di Cambridge risalente tra il 2686 e il 2345 a.C. Il cranio conteneva prove di un grande tumore primario, oltre a più di 30 lesioni metastatiche più piccole. Di seguito, scopriamo maggiori dettagli sull’incredibile scoperta.
Un teschio egiziano di 4.000 anni fa è la prova dei primi trattamenti contro il cancro
Il teschio apparteneva a un uomo che aveva circa 30-35 anni quando morì. E’ conservato nella collezione del Duckworth Laboratory presso l’Università di Cambridge nel Regno Unito. Fino ad ora, la descrizione più antica del cancro risale al 1600 a.C. circa. Il testo raccontava diversi tumori al seno ma sottolineava che per loro non esisteva “nessuna cura”. Dalla metà del XIX secolo, gli scienziati hanno studiato la superficie cicatrizzata del cranio conservato, comprese lesioni multiple che si ritiene rappresentino danni ossei causati da tumori maligni.
Gli archeologi considerano il teschio, etichettato 236 nella collezione, come uno dei più antichi esempi di cancro nel mondo antico, risalente tra il 2686 a.C. e il 2345 a.C. Ma quando i ricercatori hanno recentemente osservato più da vicino le cicatrici del tumore con un microscopio digitale e scansioni di tomografia computerizzata (CT), hanno rilevato segni di taglio, suggerendo che per rimuovere le escrescenze erano stati utilizzati strumenti metallici affilati.
Gli scienziati hanno riportato i risultati mercoledì sulla rivista Frontiers in Medicine. Tuttavia, rimangono dubbi sul fatto se i piccoli tagli mostrino un trattamento contro il cancro o un’antica indagine post mortem. Se infatti quei tagli fossero stati fatti quando la persona era in vita, si sarà sicuramente trattato di una cura direttamente correlato al cancro. Ma se i segni del taglio sono stati fatti postumi, significa che si tratta di un’autopsia medica esplorativa. Gli esperti hanno concluso che non si può distinguere tra un trattamento e un’autopsia.
Il team ha anche analizzato il teschio di una donna che aveva 50 anni quando morì e visse tra il 664 e il 343 a.C., il cui cranio è ospitato anche nella Duckworth Collection dell’Università di Cambridge. Come l’uomo, aveva una grossa lesione sul cranio che faceva pensare al cancro. Tuttavia, il gruppo di ricerca ha anche identificato tre lesioni sul campione, provocate dai tumori maligni che avevano danneggiato l’osso. L’analisi di entrambi i teschi è un notevole pezzo di ricerca che fornisce nuove prove scientifiche sullo sviluppo della medicina tra gli antichi egizi.