Chi lo dice che il Medioevo sia stata un’epoca buia? Le scoperte archeologiche smentiscono questa tesi e mostrano il divertimento medievale.
Sebbene sia un luogo comune piuttosto duro a morire, il Medioevo non è quell’epoca dipinta con tinte scure e toni severi con cui per molto tempo è stata descritta. Gli studi degli ultimi decenni uniti a ritrovamenti archeologici sempre più frequenti, confermano un’epoca fatta non solo di fatiche quotidiane, ma anche di momenti di socializzazione e apprendimento.
Così come oggi, anche all’epoca i giochi potevano rappresentare una via di fuga dalle difficoltà della vita quotidiana, ma anche un’opportunità per poter educare i giovani e rafforzare i legami sociali con gli altri. Recentemente, una scoperta straordinaria ha gettato una nuova luce su queste attività ludiche. Parliamo di una collezione di giochi medievali ritrovata a in uno sperduto castello nel sud della Germania.
Dadi e scacchi: un tesoro ludico ritrovato tra le macerie
Ci troviamo precisamente a Baden-Württemberg. Sul luogo erano operativi gli archeologi dell’Università di Tubinga, i quali hanno ritrovato un dado, un cavallo stilizzato e delle fiche a forma di fiori risalenti all’XI o al XII secolo. Per quanto riguarda il dado a sei facce, anticamente era un gioco praticato anche dai romani e ha dietro di sé una lunga tradizione. Il cavallo, invece, è un pezzo molto raro. Si tratta di un oggetto molto elegante che con ogni probabilità veniva utilizzato all’interno della cerchia nobiliare.
Il dottor Jonathan Scheschkewitz spiega come “nel Medioevo, gli scacchi erano una delle sette abilità che un buon cavaliere doveva padroneggiare. A questo proposito non sorprende che i reperti più noti provengano per lo più da complessi di castelli”. Del resto, erano quelli i luoghi dove la nobiltà viveva.
Ma in che senso il gioco degli scacchi aveva a che fare con l’essere un buon cavaliere? Giocare a scacchi significa imparare molto sull’arte della guerra, come muoversi sul campo di battaglia, come attaccare l’avversario e come prevederne le mosse evitando un comportamento impulsivo.
Gli stessi studiosi dell’Università sono rimasti sorprendentemente colpiti dal cavallo e l’hanno descritto come particolarmente pregiato. Inoltre, le analisi di laboratorio hanno evidenziato dei residui di pittura rossa che potrebbero indicare il colore della squadra. Oltre al dado e al cavallo stilizzato, sono state ritrovate anche delle sorte di fiche a forma di fiore che al momento non sono state associate a nessun gioco in particolare.
Nel mese di giugno è stata organizzata a Pfullingen una mostra durante la quale i pezzi sono stati esposti per la prima volta. Intitolata “Ausgegraben! Ritter und Burgen im Echaztal” (Dissotterrato! Cavalieri e castelli nella valle di Echaz), l’esposizione offre la possibilità di fare un viaggio indietro nel tempo fino al Medioevo.