Dilaga sempre di più il “textotunismo”. Ecco perché questo comportamento fa male e come imparare a riconoscerlo.
Fin dai tempi più antichi si sa che la vera amicizia non ricerca solo l’utile e il piacere. Il vero amico ama passare del tempo con noi semplicemente perché siamo… “noi”. Il segreto dell’amicizia, quello che rende davvero unico questo sentimento speciale, è la sua mancanza di maschere.
Solitamente in società dobbiamo recitare una parte. Sul lavoro tutti si aspettano da noi una cosa sola: dobbiamo essere buoni interpreti del “lavoratore modello”. Lo stesso a scuola dove, manco a dirlo, la richiesta è quella di essere “studenti modello”. Idem in famiglia, chiamati come siamo a essere “figli modello”, “genitori modello”, “partner modello”.
Solo tra amici possiamo mostrare il nostro vero volto: l’amico ci ama per quello che siamo, non per il ruolo che abbiamo nella società. A patto che sia appunto un vero amico e non un “textotunista”. Ma che significa? Come sempre più spesso accade, il fenomeno del “textotunismo” è legato alle nuove tecnologie.
Textotunismo, se lo conosci lo eviti
Questa parola deriva dalla fusione di “testo” e “opportunismo” e sta a indicare un comportamento che si diffonde sempre più grazie alle nuove tecnologie della comunicazione. Nulla di sostanzialmente nuovo: si tratta dell’abitudine di contattare un amico soltanto in caso di bisogno. Una pratica vecchia come il mondo, insomma, amplificata e potenziata però dalle opportunità messe a disposizione dal cyberspazio.
L’era digitale favorisce comportamenti come questi, lontani parenti (forse nemmeno tanto lontani) dell’amicizia parassitaria, o meglio una forma di falsa amicizia che consiste nel farsi sentire solo quando si ha bisogno di qualche cosa, di qualche favore. All’infuori di queste richieste, gli scambi sono ridotti all’osso e comunque rimangono sempre in superficie.
Inutile dire che il “textotunismo” colpisce al cuore la reciprocità che sta alla base della vera amicizia, che è sempre uno scambio vitale dove si dà, si ricambia e si riceve di nuovo in un ciclo senza fine che cementa legami profondi. Al textotunista importa poco come siamo, meno che meno gli interessa condividere momenti felici con noi.
Giusto all’opposto, il textotunismo è una miscela di egoismo, convenienza e opportunismo facilitata dalla rapidità delle comunicazioni e dalla possibilità di accedere ai messaggi di testo (grazie a app di messaggistica istantanea come WhatsApp fino ai più tradizionali SMS). A lungo andare dinamiche come queste possono rivelarsi tossiche, facendo sentire sfruttata e svalutata la persona vittima di questa falsa amicizia.