Sei davvero perfezionista come dici? Scoprilo assieme a noi

C’è perfezionista e perfezionista. Non tutti quelli che non si accontentano mai sono uguali, tutti però rischiano grosso. 

Non accontentarsi mai, essere perennemente insoddisfatto: è l’amaro destino del perfezionista. Del resto un motivo ci sarà se, come dicono due celebri proverbi, «l’ottimo è il nemico del bene» e «chi troppo vuole, nulla stringe». Il motivo è chiaro: andando all’affannosa ricerca di un’utopica perfezione rischiamo di raggiungere l’esatto opposto dell’agognato obiettivo, finendo per rimanere con il classico pugno di mosche in mano.

Quanti tipi di perfezionista esistono e cosa si rischia
Non c’è nulla da fare: il perfezionista vede macchioline dappertutto, il bicchiere non sarà mai abbastanza pulito… – formatonews.it

Porsi obiettivi troppo ambiziosi, alzare sempre l’asticella, accampare pretese eccessive su di noi e sugli altri è una ricetta buona solo per rendersi infelici. Lo sapeva bene Giacomo Leopardi quando metteva in guardia chi corre dietro a grandi felicità perché chi «non ottiene quel grande e difficile scopo che si propone vivrà sempre cruccioso, ansioso, senza godimenti, e in vece della gran felicità ritroverà una continua infelicità».

Un conto insomma è la tendenza al perfezionamento, che spinge a migliorarsi ma sa bene che “la” perfezione non è di questo mondo, un altro è il perfezionismo che porta a non dare limiti alla ricerca del perfetto, come se fare del proprio meglio non fosse mai abbastanza. Non tutti i perfezionisti però sono uguali.

Scopri che tipo di perfezionista sei e perché non ti accontenti mai

Secondo gli psicologi ci sono almeno tre categorie di perfezionisti, accomunati dal fatto di pretendere troppo. Di base il perfezionista impone standard elevati a tutto e a tutti, arrivando a punire – e a autopunirsi à – chi non è all’altezza, moltiplicando i controlli e le regole per ottimizzare i risultati, per non parlare delle critiche continue e via dicendo.

Quali e quante categorie di perfezxonista ci sono
Va bene amare l’ordine, a patto di ricordare che quaggiù sulla terra un ordine perfetto è una chimera – formatonews.it

Il primo tipo di perfezionista è quello “autodiretto”, ovvero la persona che pretende troppo da se stessa e può arrivare a sviluppare ansia, depressione, bassa autostima, anoressia nervosa. C’è poi il perfezionista “orientato agli altri” che, inutile dirlo, pretende troppo invece dagli altri e arriva a colpevolizzarli con critiche continue se non si dimostrano all’altezza.

Infine abbiamo il perfezionista “socialmente prescritto”. Questo soggetto è convinto che siano gli altri a pretendere troppo da lui e a coltivare aspettative grandiose sul suo conto. Perciò è ossessionato dal giudizio altrui  e vive nella paura di deludere le attese, costantemente preoccupato dal fallimento. Una convinzione che, come è facile capire, può portare a rabbia, ansia e depressione.

Rigidità, controllo maniacale, ipercritica (verso sé e verso gli altri), paura patologica del fallimento. Comunque vada, il perfezionismo significa una cosa sola: stress distruttivo. In casi come questi un percorso di terapia può aiutare ridimensionare le pretese eccessive del perfezionista andando a lavorare su standard personali più realistici o a ridurre la paura del giudizio altrui. 

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