Altro che Bridgerton: ricordate Elisa di Rivombrosa? | Alla scoperta del castello di Agliè

Il successo delle serie tv in costume non è una novità. Le radici di questo fenomeno possono essere trovate in un prodotto tutto italiano.

Negli ultimi anni il fenomeno Bridgerton ha quasi monopolizzato il panorama delle serie tv in costume. La serie prodotta da Shonda Rhimes per Netflix, ha conquistato il grande pubblico con una narrazione avvincente delle storie romantiche dell’alta società londinese durante un’utopica Reggenza Inglese. La combinazione di alcuni elementi storici con la forte componente romantica, è la chiave del successo di questo tipo di prodotto.

Il successo di Elisa di Rivombrosa
Vittoria Puccini nei panni di Elisa di Rivombrosa a Castello di Agliè – formatonews.it

Circa vent’anni fa, però, un’altra serie ha riscosso un simile straordinario successo. Questa volta parliamo di un prodotto tutto italiano trasmesso tra il 2003 e il 2005: Elisa di Rivombrosa, per la regia di Cinzia TH Torrini. Ambientata nel XVIII secolo, la fiction raccontava la storia di Elisa Scalzi, una giovane dama di compagnia che farà l’incontro col conte Fabrizio Ristori. Oltre alla trama, le storie dei personaggi e l’indiscusso fascino degli attori protagonisti tra cui Vittoria Puccini, Alessandro Preziosi e Luca Ward, Elisa di Rivombrosa viene ricordata per le magnifiche location che hanno fatto da sfondo alla narrazione. Tra queste spicca su tutte il castello di Agliè a Torino che ha rivestito un ruolo di primissimo piano.

Il castello di Agliè: un viaggio tra storia, arte e fiction

Situato nell’omonimo comune della città metropolitana di Torino, il castello Ducale di Agliè ha una storia che affonda le sue radici nel Medioevo. Originariamente concepito e costruito come fortezza difensiva nel XII secolo, il castello ha subito nel corso dei secoli non poche trasformazioni che l’hanno reso il gioiello architettonico e artistico che possiamo ammirare oggi.

Il castello di Agliè
Il castello ducale di Agliè si erge sulle rovine di una vecchia fortezza medievale – formatonews.it

La famiglia aristocratica dei marchesi San Martino lo acquistò nel XVII secolo e sui resti dell’antico castello eresse una residenza signorile. Grazie all’architetto Amedeo di Castellamonte, tra il 1642 e il 1657 presero il via importanti lavori di ristrutturazione. Nel XVIII secolo poi, il castello passò sotto la proprietà dei Savoia che continuarono con i lavori di miglioramento ed espansione.

Il castello vanta ben 300 stanze tutte visitabili. Bisogna ricordare, però, che la visita è guidata e non si può girare liberamente. Infatti, ogni visita permette di visitare a rotazione solo alcune stanze. In questo modo, per poter ammirare la bellezza dell’intero castello bisogna visitarlo più volte.

Questa metodologia permette non solo di preservare la bellezza e la sicurezza della struttura ma permette anche al visitatore di poter ammirare con più calma le stanze. Molto spesso, infatti, il turista è preda della frenesia museale, ossia quell’agitazione che lo spinge a visitare tutto il visitabile ed il più in fretta possibile. Questa tendenza, legata soprattutto al fenomeno dell’overtourism, danneggia non solo gli edifici culturali in sé ma anche la fruizione stessa del bene.

Quando si accede al palazzo si fa subito l’incontro con la Sala delle Colonne dove è adibita la biglietteria, a sinistra della stessa ci si può perdere in un effetto trompe-l’œil di una finta scala. Questo termine francese indica una tecnica pittorica che attraverso delle illusioni ottiche trasforma una superficie dipinta in oggetti, spazi e strutture tridimensionali.

Come detto, le stanze sono molteplici ma tra quelle più interessanti spicca sicuramente la Stanza della Caccia in cui è possibile ammirare trofei e opere che raffigurano scene legate al tema. Tra le opere più belle e famose ci sono due tele del pittore francese Jacques Berger.

La visita al grande parco

Dopo il primo acquisto di casa Savoia, la tenuta ed il suo parco divennero un ricovero durante la dominazione napoleonica. Più tardi, nel 1823, il castello ritornò sotto casa Savoia e poco dopo iniziarono importanti modifiche al parco. Già a fine ‘700 il parco venne trasformato ad opera del direttore dei giardini reali, Michel Bernard. Successivamente, tra il 1838 e il 1840, il parco prese l’impronta romantica all’inglese che conosciamo oggi grazie alle modifiche dell’architetto paesaggista Xavier Kurten.

La visita al parco
La fontana scultorea dei fratelli Collino – formatonews.it

Chi ha seguito la fiction ricorderà sicuramente le tante scene riprese all’interno del parco che con i suoi 320.000 m², abbraccia i tre lati del castello. Di forte impatto scenografico è sicuramente la fontana collocata all’ingresso del parco, si tratta di un capolavoro dei fratelli Ignazio e Filippo Collino. Il gruppo scultoreo è monumentale ed è collocato all’interno di un grande specchio d’acqua. I due scultori torinesi decisero di rappresentare la Dora Baltea, fiume che nasce in Valle d’Aosta, nell’atto di gettarsi nel fiume Po.

Con la sua storia che inizia nel Medioevo e arriva fino ai nostri schemi televisivi, il castello di Agliè rappresenta un tesoro fatto di stanze e giardini che nel 1939 venne acquistato dallo Stato Italiano. Da quel momento in poi, il castello è adibito a museo e merita sicuramente una visita!

Gestione cookie