Tadej Pocagar è da tempo nell’Olimpo del Ciclismo. Domenica 21 luglio 2024 è probabilmente salito sul podio accanto ai più grandi di sempre.
Un atto conclusivo diverso dal solito. Non la classica passerella tra i luoghi che hanno segnato la storia della Francia, e non soltanto della Francia. L’atto conclusivo del Tour de France 2024 ha avuto un’altra meravigliosa cornice, meno ideale, decisamente più mondana: la Costa Azzurra.
Uno scenario ricco di glamour, con la partenza dal Principato di Monaco e l’arrivo a Nizza, ha fatto da cornice naturale all’ennesima straordinaria impresa del ‘ragazzo col ciuffo’ o ‘Pogi’, così come amano chiamarlo i suoi tifosi. Tadej Pogacar domenica 21 luglio 2024 non ha vinto soltanto il suo terzo Tour de France, dopo il trionfo al Giro d’Italia del maggio scorso, ma ha scolpito su roccia una pagina indelebile del ciclismo del XXI° secolo.
Con il fuoriclasse sloveno si ha infatti la netta sensazione che il ciclismo, soltanto di pochi anni fa, faccia già parte di un’altra epoca. Passata. Sorpassata. Siamo in un’altra dimensione dove il ciclista appare una macchina perfetta da mettere su strada. Tutto, ma proprio tutto, non appartiene al caso. Accanto al talento ‘unico’ fornitogli gratuitamente da Madre natura, il resto di Tadej Pogacar è frutto dei progressi che la scienza, nelle sue più diverse branchie, ha prodotto negli ultimi anni. L’impresa del fuoriclasse sloveno al Tour de France a Plateau de Beille sembra aver scavato un solco tra il ciclismo di oggi e quello che ha visto assoluto protagonista il nostro ‘Pirata’, Marco Pantani.
Pogacar 26 anni dopo Pantani
L’ascesa di Plateau de Beille ha rappresentato, secondo alcune analisi matematiche, la più grande prestazione in salita della storia del ciclismo. Tadej Pogacar l’ha percorsa ad un ritmo inumano. Quasi quattro minuti in meno rispetto al tempo impiegato da Marco Pantani nel 1998, l’anno della storica accoppiata Giro-Tour del ‘Pirata’. Per l’esattezza 3 minuti e 44 secondi di differenza!
A distanza di oltre venticinque anni quanto queste due straordinarie imprese sono paragonabili? La risposta viene da Davide Cassani, ex ciclista professionista nonché ex commissario tecnico della nazionale delle due ruote. “Da quel 1998 sono passati 26 anni e di cose ne sono cambiate tante. Prima di tutto gli asfalti. Negli anni ’90 le strade pirenaiche avevano asfalti talmente ruvidi che al termine delle tappe avevi male alle gambe, ma ancor più alle mani per le vibrazioni”, queste le sue parole riportate da ildolomiti.it. Per il commentatore Rai sono stati anche altri i cambiamenti decisivi, a cominciare dall’alimentazione: “Ora tutto è curato, arrivano ad assumere 120 grammi di zuccheri ogni ora quando al tempo non arrivavano a 60. Quasi impossibile vedere oggi le classiche crisi di fame”.
E poi lo strumento per eccellenza: le biciclette. “Molto più leggere, più rigide, con delle ruote che nulla hanno a che fare con quelle usate un tempo”. Un cambiamento tangibile lo si riscontra poi anche nella preparazione: “La tecnologia ha permesso ai corridori di capire cosa fare per migliorarsi. La cadenza di pedalata è un esempio, aumentata per essere più veloci quindi rapporti più agili di un tempo”. Gli allenamenti specializzati e personalizzati chiudono poi il cerchio magico. Pertanto tra l’accoppiata Giro-Tour di Tadej Pogacar del 2024 e quella di Marco Pantani, datata 1998, vi è tutto lo straordinario talento del corridore sloveno con in dote 26 anni di progresso inarrestabile.