90° Minuto. La storica trasmissione sportiva della Rai cambia la sua natura seguendo i cervellotici cambiamenti del calcio. Ma non sarà più la stessa.
Avviso ai naviganti. Questo articolo è rivolto principalmente a coloro che oggi sono definiti ‘boomer’, ovvero i figli del boom economico dei mitici anni ’60 e che hanno ‘visto la luce’ in quegli anni.
Anche i figli, o i nipoti, dei brizzolati papà o nonni, potranno leggerlo, mi auguro con interesse, perché tratta di un calcio, e di una maniera unica di raccontarlo, che è ormai definitivamente scomparsa poiché è definitivamente scomparso quel calcio. Le Generazioni Y o Z sono nate, ed hanno conosciuto, un calcio che si era già trasformato, con un regolamento secolare ritoccato in diversi punti in nome di un presunto maggiore spettacolo ed un parallelo, ed ancor più profondo cambiamento, dettato dall’entrata in campo delle tv.
Il calcio oggi è fruibile ovunque, in tv come sul computer di casa, sul tablet o sullo smartphone. Sette giorni su sette. Il campionato di Serie A, così come tutti i maggiori campionati europei e le competizioni internazionali per club si possono seguire sempre, di giorno e di notte. Basta pagare. Per quanto incredibile possa sembrare non è stato sempre così. Una volta il calcio era per tutti e tutti lo potevano seguire alla stessa maniera, poiché non vi erano alternative di sorta. Per decenni la trasmissione sportiva della Rai 90° Minuto ha saziato la fame di calcio di intere generazioni di appassionati.
Ora, su quel pezzo di storia della televisione e del costume italiani, sta calando, inesorabilmente, il sipario.
90° Minuto. Una storia lunga 54 anni
Tutto ha avuto inizio in quel lontano 27 settembre 1970. La trasmissione 90° Minuto è nata da un’idea di Maurizio Barendson e Paolo Valenti, che ne sono stati anche i primi conduttori. Al suo interno le sintesi delle partite del campionato di Serie A e di Serie B.
È stato, fin da subito, un successo straordinario. Negli anni ’70 il programma ha avuto ascolti altissimi, arrivando a toccare i 20 milioni di telespettatori. Era il calcio dove si giocava solo e soltanto la domenica pomeriggio. Tutte le partite in contemporanea. Basta questo per far intendere come sia cambiato il calcio negli ultimi decenni e comprendere il perché quel 90° Minuto sia sul punto di chiudere per sempre. Perché il nuovo 90° Minuto pensato dalla Rai andrà in onda il sabato ed il lunedì sera poiché così impongono le televisioni ed i loro campionati sminuzzati nei diversi giorni della settimana.
Un calcio elargito a piccole dosi, quasi si temesse un’indigestione se assunto in un’unica soluzione. Cambia il calcio e cambia la maniera di raccontarlo. A seconda di come si decide poi di seguirlo, mutano in continuazione anche le quote di adesione. Un calcio per tanti, non per tutti. Per questo, ora che la luce di 90° Minuto si sta spegnendo definitivamente, il volto rassicurante e gentile di Paolo Valenti, l’eleganza sabauda di Cesare Castellotti, il ‘toscano’ Marcello Giannini, il ‘partenopeo’ Luigi Necco o l’inimitabile Tonino Carino da Ascoli, mancano decisamente di più.