Lotta contro Alzheimer e Parkinson: e se la soluzione stesse nelle feci del gatto?

Una nuova straordinaria scoperta nel campo medico potrebbe essere rivoluzionaria per curare l’Alzheimer e altri disturbi neurologici.

Gli scienziati stanno esplorando l’uso di un parassita presente nelle feci del gatto come vettore per trattamenti neurologici, come quelli per Alzheimer e Parkinson. Si tratta del Toxoplasma Gondii, presente nelle secrezioni dei gatti.

Nuova scoperta per curare disturbi neurologici
Feci dei gatti: un parassita potrebbe essere la chiave per curare gravi malattie – formatonews.it

Quest’ultimo ha la capacità unica di attraversare la barriera ematoencefalica e di infettare i neuroni del cervello. Gli esperti ritengono che abbia infettato circa un terzo della popolazione mondiale in uno stato dormiente e che abbia evoluto meccanismi per viaggiare dall’apparato digerente al cervello, dove secerne proteine direttamente nei neuroni. Di seguito, ecco tutti i dettagli sulla sorprendente scoperta dei ricercatori.

Scoperto il parassita che potrebbe aiutare nella lotta contro l’Alzheimer e il Parkinson

La capacità di Toxoplasma gondii di attraversare barriere biologiche che tipicamente ostacolano la somministrazione di farmaci lo rende un candidato promettente per il trasporto di trattamenti mirati al cervello. Gli scienziati hanno ingegnerizzato una forma del parassita per trasportare proteine terapeutiche nei cervelli dei topi, superando una delle principali sfide nella cura dei disturbi neurologici: la difficoltà di somministrare trattamenti attraverso la barriera ematoencefalica e precisamente all’interno dei neuroni.

Scoperto il parassita che potrebbe aiutare nella lotta contro l'Alzheimer e il Parkinson
Il parassita che potrebbe essere usato per curare l’Alzheimer e il Parkinson – formatonews.it

I ricercatori internazionali, guidati dall’Università di Glasgow in collaborazione con l’Università di Tel Aviv, stanno esplorando un approccio innovativo per trattare le condizioni neurologiche come la sindrome di Rett utilizzando parassiti cerebrali ingegnerizzati. Il metodo dunque mira a superare la difficoltà di attraversare la barriera ematoencefalica per somministrare farmaci direttamente alle cellule cerebrali colpite.

I ricercatori hanno ingegnerizzato i parassiti per produrre la proteina MeCP2, fondamentale per la terapia della sindrome di Rett. I parassiti sono stati testati su organoidi cerebrali e modelli murini, dimostrando la capacità di consegnare efficacemente la proteina alle cellule bersaglio. Il team sta ora lavorando su meccanismi per programmare la morte dei parassiti dopo la consegna delle proteine, per evitare potenziali danni alle cellule cerebrali.

Il successo preliminare suggerisce che con ulteriori ricerche, i parassiti potrebbero diventare strumenti preziosi per la consegna di proteine terapeutiche al cervello, aprendo nuove strade per il trattamento di vari disturbi neurologici. Questo approccio sfrutta la naturale capacità dei parassiti di interagire con il sistema nervoso centrale, trasformandoli in veicoli terapeutici.

Il professore Oded Rechavi ha sottolineato l’importanza di sfruttare organismi naturali che già possiedono la capacità di manipolare il cervello. Anche la prof.ssa Lilach Sheiner ha evidenziato l’approccio innovativo del progetto, che cerca di risolvere una sfida medica di lunga data con soluzioni fuori dagli schemi. Questo studio pionieristico, pubblicato su Nature Microbiology, rappresenta un importante passo avanti nella ricerca di nuove terapie per le malattie neurologiche.

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