Nelle ultime settimane il Regno Unito ha visto la diffusione di un’ondata di violenza, che ha spaccato il Paese in due.
Sono migliaia i manifestanti che, negli scorsi giorni, si sono radunati a Londra e in altre città del Regno Unito in risposta alle violenze e alle proteste che, nell’ultimo periodo, hanno pervaso il Paese. Ciò che ha spinto la folla a riunirsi è stata la volontà di esprimere il dissenso e condannare l’ondata di xenofobia, razzismo e islamofobia che ha portato ad una serie di attacchi e scontri molto accesi, non solo nella capitale d’Inghilterra.
I cortei di sabato 10 agosto sono stati organizzati da Stand Up to Racism, con un totale di 22 manifestazioni a tema “Stop the Far Right” che hanno interessato Londra, Birmingham, Manchester e diverse altre città. Nella capitale, nello specifico, i partecipanti si sono riuniti intonando cori antirazzisti e antifascisti davanti alla sede del partito Reform UK: il suo fondatore, il politico Nigel Farage, è infatti tra i principali accusati di incitamento all’odio.
Londra, in migliaia alla manifestazione antirazzista in risposta alle violenze dopo la strage di Southport
I manifestanti si sono poi spostati in direzione della residenza del premier a Downing Street, dove si è tenuta una marcia a favore dei rifugiati. A Londra, sarebbero stati almeno 2500 i presenti nella giornata di sabato. Ma come si è giunti a tutto ciò? Le proteste antirazziste sono una risposta diretta alle violenze che hanno segnato il Regno Unito nella scorsa settimana. Gli attacchi alla comunità immigrata e a quella musulmana sono partiti in seguito alla diffusione di una serie di fake news.
La tragica strage di Southport, in cui tre bambine hanno perso la vita, ha fatto da apripista alla circolazione, sul web, di notizie fasulle che sostenevano che il colpevole fosse una persona immigrata e musulmana. In realtà, l’assalto al cento è stato perpetrato da un ragazzo di 17 anni originario di Cardiff (Galles) e nato in una famiglia di origine ruandese.
Gruppi di estrema destra, sfruttando la disinformazione e il razzismo online, hanno condiviso la notizia alimentando l’odio sui social. Nonostante gli agenti avessero sottolineato che il giovane responsabile della strage fosse nato a Cardiff e avessero escluso il terrorismo come movente, si è fatto leva proprio su quest’ultimo.
Sempre tramite i social, sono state organizzate le proteste che hanno preso di mira richiedenti asilo e persone di fede musulmana, raggiungendo l’apice con l’assolto ad alcune moschee, che sono state vandalizzate, insieme ad un hotel in cui i contestatori credevano si trovassero dei profughi. Condannati dal primo ministro Keir Starmer, gli attacchi sono iniziati proprio a Southport. Per poi raggiungere Bristol, Belfast, Manchester e la stessa Londra.