Gaza, non solo guerra: adesso scatta l’allarme poliomielite

A distanza di 25 anni, è stato rilevato il primo caso di poliomielite a Gaza, sempre più stremata dagli attacchi di Israele.

Non si fermano gli attacchi di Israele a Gaza, che si trova a vivere una nuova ed allarmante crisi sanitaria: lo scorso 23 giugno è stato rilevato il primo caso di poliomielite in 25 anni. Lo ha riferito, a più di un mese dall’accertamento, il Ministero della Salute palestinese. L’ONU ha chiesto una tregua dal conflitto per poter procedere con la vaccinazione di oltre 640mila bambini.

Scatta l'allarme poliomielite a Gaza
È allarme poliomielite a Gaza: rilevato il primo caso in 25 anni – formatonews.it

Il virus è stato pervenuto nei campioni provenienti dalle acque fognarie e stagnanti della striscia di Gaza. Il riscontro decisivo è arrivato da un laboratorio in Cisgiordania che ha confermato la diagnosi: ad essere interessato è stato un neonato di appena 10 mesi, venuto al mondo in pieno conflitto. La poliomielite è una patologia che colpisce in particolare bambini e ragazzi e si manifesta con sintomi che comprendono febbre alta, vomito, mal di testa e rigidità muscolare.

La sua gravità è comprovata: può determinare la comparsa di deformità o di una paralisi irreversibile degli arti nei pazienti. Nei casi più gravi, è causa di morte nel 10% dei malati. Non bisogna dimenticare che, dall’inizio della guerra, gran parte delle strutture ospedaliere di Gaza sono state distrutte o danneggiate dai bombardamenti dell’esercito israeliano.

Gaza, rilevato il primo caso di poliomielite in 25 anni: richiesto uno stop al conflitto

Gli attacchi (sia aerei che via terra ) non hanno risparmiato l’ospedale Al-Shifa, ossia il più grande del territorio. E lo stesso vale per i centri medici sparsi sulla Striscia. Le strutture ancora in funzione presentano, in ogni caso, grosse carenze nel servizio. Migliaia di feriti rischiano di perdere la vita in assenza della necessaria assistenza sanitaria: visti i continui bombardamenti, per la popolazione di Gaza è un’impresa accedere alle cure adeguate.

Rilevato il primo caso di poliomielite a Gaza
Gli attacchi a Gaza hanno determinato la distruzione e il danneggiamento di gran parte degli ospedali – Foto Ansa – formatonews.it

La situazione è resa ancora più problematica dal fatto che anche gli impianti di trattamento delle acque reflue sono stati distrutti dalla guerra, insieme al 70% delle pompe di scarico. Una condizione critica, che facilita la diffusione di epidemie. Impedire che la poliomielite si diffonda diventa una priorità, dunque, che “richiederà uno sforzo massiccio, coordinato e urgente”, come sostenuto dal segretario generale dell’ONU Antonio Guterres.

È stata richiesta “una pausa umanitaria per la campagna” di vaccinazioni che le Nazioni Unite hanno programmato per la fine di agosto e l’inizio del mese di settembre. Sono previsti due cicli, che vedranno la collaborazione del Ministero della Salute palestinese, l’OMS, l’UNICEF e l’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione dei Rifugiati Palestinesi (UNRWA).

Nella giornata di domenica 25 agosto è stato inviato il primo lotto di vaccini: 25 mila fiale (da 1,2 milioni di dosi) sono pervenute agli operatori sanitari sulla Striscia di Gaza, senza tuttavia uno stop dei bombardamenti. Questa, ad ogni modo, non è l’unica criticità a livello sanitario che preoccupa la popolazione palestinese. Infezioni respiratorie acute, epatite A e itterizia sono solamente alcune delle patologie con cui ha a che fare da quando la guerra ha avuto inizio, a cui si sommano diarrea, pidocchi e scabbia.

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