Franz Di Cioccio | Una vita tra PFM e… Led Zeppelin

Franz Di Ciccio è molto di più che un grande batterista. È uno straordinario ‘aggregatore’ di idee, di talenti che ruotano attorno alla Musica. Quella con la M maiuscola.

Coloro che negli ormai lontani decenni passati hanno avuto la sfortuna di incontrarmi quando dietro una batteria picchiavo come un fabbro su tom, timpano e rullante, sappiano che il solo responsabile di tale scempio musicale è un artista abruzzese, nato il 21 gennaio 1946 a Pratola Peligna, in provincia dell’Aquila. Il suo nome è Franz Renzo Di Ciccio, come recita l’anagrafe.

Franz Di Cioccio a Sanremo
Franz Di Cioccio a Sanremo – Foto Ansa – formatonews.it

Scorrendo la sua biografia artistica ci si va ad imbattere con la grande musica degli ultimi cinquant’anni. Incontri importanti che hanno plasmato ed indirizzato la sua vita professionale, Incontri, però, mai casuali, poiché Franz Di Ciccio è sempre stato un ‘rabdomante’, con un talento unico nel cercare, e nel trovare, tesori musicali nascosti. Invece della tradizionale bacchetta forcula agitava magistralmente le sue due bacchette che concludevano i loro infiniti viaggi nell’aere ‘planando’ sulla sua batteria. Un richiamo unico che gli hanno permesso di mettersi in contatto con i più grandi artisti. Un’intervista-chiacchierata rilasciata a Fanpage fa meglio comprendere il carattere, il talento, la testardaggine e la capacità di questo ‘randagio’ delle sette note di intercettare i desideri del pubblico che ha di fronte. Una volta arrivato a Milano iniziano gli incontri voluti e cercati. Da Lucio Dalla a Mogol-Battisti, da Fabrizio De André fino ad arrivare a quel Franco Mussida con il quale inizierà a costruire le fondamenta della più grande band italiana: la Premiata Forneria Marconi.

Franz di Ciccio ed il ‘no’ ai Led Zeppelin

Una storia infinita quella che ha legato, e lega tutt’ora, Franz Di Ciccio alla PFM.

PFM
PFM – Foto Ansa – formatonews.it

Alla Numero Uno, con Rapetti, il papà di Mogol, Battisti, c’era Alessandro Colombini che è ha dato il nome alla band. Non era ancora Pfm: c’era la Forneria Marconi. Colombini disse: “Mettiamoci avanti Premiata”. Diventò cosi Premiata Forneria Marconi. Ma, all’estero, non sapevano pronunciare il nome: di qui, l’acronimo Pfm”. Una lunghissima storia d’amore all’interno di una band che non può accettare etichette di alcun tipo. Rock progressivo? No. La Premiata Forneria Marconi è semplicemente musica. Grande Musica. Come si può delimitare, ed ingabbiare, in una definizione la creatività di un gruppo che può vantare dentro di sé talenti musicali come Mauro Pagani, Franco Mussida, Lucio Fabbri, Patrick Djivas, oltre allo stesso Franz Di Cioccio. Ed in nome, e per amore, nei riguardi della PFM è arrivato perfino il gran rifiuto: “Suonare con i Led Zeppelin sarebbe stato bellissimo. Era un gruppo fantastico. Ma ho pensato: “Io ho la mia band, cosa ci vado a fare con i Led Zeppelin?”. Il suo mondo, la sua vita musicale, i suoi desiderata artistici era incastonati in quel meraviglioso acronimo: PFM. Parafrasando Fabrizio De André ed il suo Testamento di Tito si può dire a Franz Di Cioccio che: “Non avrai altra band all’infuori della PFM”.

Allora evviva Franz Di Cioccio, evviva la PFM, evviva la grande Musica. Quella con la M maiuscola.

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