Per un pugno di dollari | Un ciak lungo 60 anni

Per un pugno di dollari ha compiuto 60 anni. Il primo capolavoro di Sergio Leone scollina i decenni rimanendo una pietra miliare nella storia del cinema.

Nei primi anni ’60 due ex compagni di scuola delle elementari si incontrano nuovamente. Sono poco più che trentenni ed entrambi hanno già mostrato di avere un talento straordinario. Diverso ma parimenti unico.

Sergio Leone
Sergio Leone – Foto Ansa – formatonews.it

Uno di loro ha scelto la strada del cinema, come sceneggiatore, regista e produttore, l’altro la musica, come compositore, direttore d’orchestra ed arrangiatore. Mondi diversi che possono incontrarsi oppure no. Fortunatamente, un giorno, la Dea delle Arti ha deciso di far ritrovare Sergio Leone ed Ennio Morricone. La Storia del Cinema e delle Colonne Sonore sentitamente ringrazia. È il 1964 quando il loro sodalizio artistico sforna il primo capolavoro: Per un pugno di dollari. Il primo, trionfale capitolo della cosiddetta “Trilogia del dollaro” che includerà altri due capolavori: Per qualche dollaro in più, (1965) e Il buono, il brutto e il cattivo, (1966). Per un pugno di dollari vede protagonista Joe, un pistolero con il volto di Clint Eastwood, che una volta arrivato a San Miguel, scopre che la cittadina è divisa in due. Due famiglie che si contendono il potere. I Rojo, che commerciano in alcol ed i Baxter, che hanno nelle armi la fonte dei loro guadagni.

Da una parte i Rojo, dall’altra i Baxter e Joe nel mezzo, deciso a trarre profitto dalla guerra intestina di San Miguel.

Per un pugno di dollari, 60 anni che sanno di eternità

Nascono così gli “Spaghetti western”, definizione che all’inizio è apparsa quasi offensiva e che riprendeva a piene mani dagli stereotipi sull’Italia, e sugli italiani, più diffusi, ed odiosi, in giro per il mondo. Fatto sta che grazie a questa pellicola Sergio Leone ha iniziato il suo trionfale cammino verso l’eternità nella Settima Arte.

Clint Eastwood Ennio Morricone
Clint Eastwood Ennio Morricone – Foto Ansa – formatonews.it

Per un pugno di dollari è stato un progetto che ha ‘puntato’ il mercato internazionale. A tal fine, nei titoli di testa, i nomi di coloro che hanno realizzato la pellicola vengono ‘anglofonizzati’. Sergio Leone diventa Bob Robertson, omaggio a papà Leone che era solito firmarsi come Roberto Roberti. Gian Maria Volonté diventa John Wells, mentre dietro il nome di Don Savio si cela lo stesso Ennio Morricone. Un progetto che si è trasformato, da subito, in un ‘modello’ da imitare ma semplicemente inimitabile. Un progetto dove un proverbio messicano è diventato la frase ‘epica’ del film. Le parole che segnano il duello finale tra Joe-Clint Eastwood e Ramon Rojo-Gian Maria Volonté: “Quando un uomo con la pistola incontra un uomo con il fucile, quello con la pistola è un uomo morto”. In Sergio Leone, però, anche la saggezza popolare subisce uno stop. Questa volta è l’uomo con la pistola ad avere la meglio. Una doverosa citazione. Le celeberrime note di Ennio Morricone vengono rese ‘uniche’ dall’indimenticabile fischio di Alessandro Alessandroni, compositore, direttore d’orchestra, arrangiatore e polistrumentista italiano, scomparso nel 2017.

Un terzo fuoriclasse che si è unito nella leggendaria impresa. Un’impresa che ha appena compiuto 60 anni.

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