Se sei stato bambino negli anni ’90, ricorderai sicuramente Fantaghirò, la principessa dal caschetto ribelle che ci aspettava a Natale.
Il fantasy italiano, pur non essendo esploso come quello anglosassone, ha il suo perchè. Rispetto ai giganti della letteratura come Tolkien o il mondo magico creato da J.K. Rowling, il fantasy italiano ha sempre mantenuto un tono più intimo, intrecciando le proprie storie con leggende e fiabe della tradizione popolare. Questo ha permesso al genere di evolversi in modo tutto italiano, portando alla luce opere che mescolano realismo magico, mitologia locale e temi universali come l’amore, il coraggio e la ricerca dell’identità.
Negli anni ’90, un esempio straordinario di questo connubio tra tradizione e modernità è stato Fantaghirò, una serie TV che ha saputo conquistare non solo il pubblico italiano, ma anche spettatori internazionali. La serie è nata grazie alla visione di Lamberto Bava, uno dei registi italiani più prolifici nel campo del cinema fantastico e horror. Figlio del leggendario Mario Bava, maestro dell’horror gotico e del cinema di genere, Lamberto ha ereditato il talento del padre, ma ha scelto di esplorare nuovi territori, spostandosi verso il fantasy. In un periodo in cui il fantasy era ancora un genere di nicchia in Italia, Bava ha dimostrato che il pubblico poteva essere affascinato da storie epiche e avventurose anche nel contesto della televisione italiana.
Fantaghirò: gli inizi di una saga
Siamo nel 1991 quando su Canale 5 va in onda Fantaghirò, il primo film della miniserie, con protagonista Alessandra Martines. Lo scenario è questo: siamo in un medioevo immaginario e nel bel mezzo di una guerra che dura da secoli. Fantaghirò è la più piccola delle tre figlie di un re che da anni attende un erede maschio che non arriverà mai. Deluso e amareggiato per la nascita della terza figlia che ha causato la morte dell’adorata regina, in un primo momento il re ha intenzione di sacrificarla della Grotta della rosa d’oro dove, le leggende narrano di una Sacra Bestia che vi risiede. Sarà la Strega Bianca a fermarlo.
Fantaghirò, quindi, cresce tra un dispetto e l’altro. Fa di tutto per non imparare quelle che sono le cosiddette “arti femminili” ma preferisce leggere e giocare con giochi non propriamente adatti ad una principessa. Una volta cresciute, Fantaghirò e le sue sorelle Carolina e Caterina sono promesse spose a tre principi sconosciuti di un regno lontano. La nostra principessa, ovviamente, si ribella. Feriti nell’orgoglio maschile, i tre principi ritireranno le loro promesse di matrimonio, con grande sollievo anche di Caterina e Carolina. Mandata in punizione nelle cucine, Fantaghirò incontrerà un’oca parlante che non sarà altro che una versione della Strega Bianca.
Col suo aiuto, Fantaghirò deciderà di allenarsi per combattere il figlio del re nemico: il principe Romualdo, interpretato da Kim Rossi Stuart. È qui che Fantaghirò taglia i suoi lunghissimi capelli e assume il caschetto tipico che tutti noi ricordiamo. Le tre sorelle partono assieme ma sarà Fantaghirò a duellare con il principe, il quale la aveva già adocchiata nella foresta e se ne era perdutamente innamorato. Quando capisce che è lei il Cavaliere con cui sta combattendo, rimane sopraffatto e viene sconfitto dalla principessa.
Nonostante questo, Romualdo si presenterà al castello del regno nemico con una proposta di pace e di… matrimonio. Lui vorrebbe sposare Fantaghirò e lasciare che i suoi più grandi amici, Cataldo e Ivaldo, sposino le sue sorelle. Il lieto fine del primo Fantaghirò è questo: lei diventa regina e la guerra finisce tramite una triplice promessa di matrimoni felici.
Fantaghirò 2: l’amore e la sfida
La seconda parte della saga andò in onda nel dicembre del 1992 e inizia con i preparativi per il matrimonio tra Fantaghirò e Romualdo. Ma le cose non sono mai facili nei fantasy ed infatti compare una nuova minaccia: la potente Strega Nera, che ha tutta l’intenzione di distruggere l’amore dei due giovani rapendo il padre di Fantaghirò. I due, quindi, non arrivano a sposarsi ma decidono di partire subito alla ricerca del re. Entrambi dovranno affrontare un percorso diverso. Romualdo convoca il suo esercito e attraversa una foresta incantata.
Qui incontrerà la Regina degli elfi che lo sottoporrà a tre prove per dimostrare la purezza del suo cuore. Le prove richiedono a Romualdo di distruggere elementi della foresta, tra animali e alberi. Il principe decide di rifiutare tutte le prove perché le considera crudeli e non adatte ad un cuore puro. La soluzione dei treni enigmi era proprio quella: rinunciare alla violenza. Dunque, le prove sono superate e il cavaliere può continuare la sua ricerca del re attraversando la foresta. Contemporaneamente, Fantaghirò si reca nel Regno della Strega Nera, decisa a affrontarla personalmente ma li troverà una sorpresa: il suo principe, che era arrivato lì prima di lei, è stato fatto prigioniero da un potente incantesimo. Ora crede di essere completamente innamorato della perfida donna.
La nostra regina sarà costretta a combattere contro il suo amore. Con l’aiuto di Fulmine e Saetta, i due giovani apprendisti della strega che si ribellano a lei, Fantaghirò riuscirà ad uscire vincitrice dal duello e a portare via dal castello oscuro sia Romualdo che il re suo padre che era lì imprigionato. Mentre tutti stanno facendo ritorno a casa, la Strega Nera si frappone tra loro e la via del ritorno, sfidando Fantaghirò di persona. Alla fine dello scontro, la nostra eroina avrà la meglio e la strega scoppierà in mille pezzi come un cristallo. Ma che fine fa Romualdo?
Ancora senza ricordi, il principe non ricorda chi sia lui e chi sia Fantaghirò. Quest’ultima decide di ricreare il primo giorno in cui si sono incontrati, sperando così da far riapparire i ricordi. Il suo piano funziona ma c’è un problema: tornano ricordi di Romualdo, torna anche la Strega Nera. Fantaghirò viene trasformata in un animale e Romualdo sarà costretto a baciare tutti gli animali del fiume fino a trovare quello giusto, in una sorta di principessa ed il ranocchio inversa. Nel frattempo la Strega Bianca sconfigge l’acerimma nemica, facendola scoppiare nuovamente. Una volta che Fantaghirò è tornata alle sue sembianze, i due promessi sposi possono avere il loro lieto fine.
Fantaghirò 3: il ritorno del male
Nel terzo film della saga andato in onda nel 1993, lasciamo da parte la malvagia Strega Nera per vedere l’ingresso in scena di un’altra figura altrettanto malvagia, anzi forse di più. Parliamo di Tarabas, il tenebroso principe delle tenebre che viene descritto come il più malvagio mago di tutti i tempi. C’è una profezia che lo riguarda: a quanto pare, la sua malvagità ha un tempo contato. Le leggende narrano che il figlio di un re lo avrebbe sconfitto. In una sorta di rivisitazione di Erode e strage degli innocenti, Tarabas fa catturare tutti i figli dei re al di sotto dei 10 anni. Questo è il motivo per cui si imbatterà nei figli di Caterina e Carolina.
Fortunatamente, Romualdo riesce a salvare i piccoli ma a caro prezzo: cade in un fiume maledetto e viene trasformato in pietra. L’unico modo per salvarlo è quello di affrontare faccia a faccia Tarabas. Fantaghiro si mette in viaggio per trovare il il terribile stregone. Consapevole di non poter sconfiggere il male da sola, che dell’aiuto ad una vecchia nemica, la Strega Nera. Riesce a riportarla in vita e la convince ad aiutarla. Quando ormai è alle porte del Regno di Tarabas, Fantaghirò incontra un uomo, un cavaliere gentile che le offre il suo aiuto. Questo non è altri che Tarabas che, incuriosito dalla profezia, decide di vedere da vicino la persona che dovrebbe sconfiggerlo con la sua gentilezza.
Ma c’è qualcosa con cui non ha fatto i conti: si innamorerà di Fantaghirò. Proprio il suo amore per lei lo spingerà verso un cambiamento, verso la strada del bene. Sarà proprio il potente mago oscuro ad aiutarla con il suo “bacio impossibile”, l’unica soluzione per spezzare la maledizione di Romualdo.
Questo è forse il film preferito dai fan anche se ha riscontrato non pochi problemi. Romualdo si vede per poche scene perché Kim Rossi Stuart non aveva più intenzione di prestare il suo volto alla saga. La sua paura era quella di rimanere intrappolato in un ruolo così iconico e non uscirne più. Il personaggio di Tarabas nasce per l’appunto dall’esigenza di creare un’altrettanto importante personaggio maschile, ma finirà per essere ancora più amato dello stesso principe.
Fantaghirò 4: il capitolo finale
Siamo nel 1994 e arriva il quarto capitolo della saga. Dopo aver introdotto il personaggio di Tarabas, la storyline vira molto sulla sua storia. L’amore per Fantaghirò l’ha cambiato totalmente e l’ex principe del male si è rifugiato in un luogo nascosto ad Oriente, per entrare in contatto con la natura e ritrovare se stesso. Ma presto Fantaghirò chiederà il suo aiuto. Infatti, tre misteriosi cavalieri neri pestilenza, dolore e carestie, stanno seminando terrore in tutti i regni, accompagnati da una nuba nera maledetta. I regni letteralmente spariscono e tra questi c’è anche a quello della nostra protagonista. Uno dei principi a cui il regno è stato derubato è Parsel, un giovane che si unirà alla regina verso Oriente, il luogo da dove proviene la nube.
Lì Fantaghiro incontrerà il suo vecchio amico Tarabas, che nel frattempo è stato catturato dal re Tohor che lo ritiene responsabile della pestilenza che ha invaso il suo popolo. Dopo averlo liberato, Fantaghirò, Tarabas e Parsel si dirigono per il Regno di Darken, un potente mago malvagio che sembrerebbe essere la causa della nube maledetta. I tre si ritrovano in un grande vulcano ed incontrano uno schiavo di Darken, Fiodor, un uomo deforme che altro non è che il principe Romualdo trasformato. Sappiamo che Kim Rossi Stuart ha abbandonato la saga ma non per questo la sua storyline è completamente scomparsa. Nei panni di Fiodor, Romualdo continua a far parte della storia. Ma qual è lo scopo di Darken?
Il rifiuto di Tarabas di cedere al male e di voltarsi verso il bene ha fatto infuriare il perfido mago che lo ha portato lì per convincerlo a ritornare sui suoi passi. Tarabas si rifiuta e di conseguenza l’oscuro mago uccide la sua bella Fantaghirò. Solo la promessa dell’ex principe delle tenebre di ritornare alla malvagità, induce Darken a resuscitare la regina. Tarabas, però, non cederà nuovamente all’oscurità, anche grazie all’aiuto di Angelica, la principessa che ha conosciuto nel Regno di Tohor e che è perdutamente innamorata di lui.
I nostri eroi riescono a recuperare i castelli e Darker viene sconfitto, non prima di fare un’enorme rivelazione: in realtà, era il padre di Tarabas. Con la sua morte, tutti i suoi incantesimi si annullano, Fantaghirò ritorna da Romoaldo che ha perduto le sembianze di Fiodor e Tarabas decide di dare una possibilità all’amore con Angelica. Questo è il capitolo finale della saga ma, in realtà, non finisce qui.
Fantaghirò 5: un nuovo inizio
Nel 1996 va in onda il quinto capitolo della sega che avrebbe dovuto essere l’apripista per un nuovo ciclo le avventure di Fantaghirò. Trascinarsi dietro il personaggio di Romualdo con travestimenti, rimaneggiamenti della trama e scene riciclate delle vecchi film era diventato un espediente pesante. L’idea era quella di partire da un altro universo e di dare al Fantaghirò un nuovo interesse amoroso.
La Strega Nera, riscopertasi acerrima nemica della regina, la spedisce in un Regno parallelo in cui accadono cose tremende: ortaggi e frutta iniziano a mangiare gli esseri umani. Guidati da Senza Nome, un terribile pirata interpretato da un immenso Remo Girone, dei soldati malvagi rapiscono gli abitanti del villaggio, soprattutto ai bambini. Per sconfiggere il terribile Senza Nome, Fantaghirò troverà aiuto in Aries, un cavaliere tutt’altro che classico, lontano da quel modello di cavaliere senza macchia e senza paura col cavallo bianco che salva le principesse. Si tratta di un personaggio infantile ed ironico, sempre pronto a scherzare e a giocare.
Nonostante questo, è un abile spadaccino e riuscirà, insieme a Fantaghirò, a salvare il villaggio dalla terribile minaccia. Aries si innamora di Fantaghirò quasi subito, ma quest’ultima è combattuta tra l’evidente attrazione che ha verso di lui e il ricordo del suo vecchio amore Romualdo che ormai è in un regno lontano a cui lei, da quel che ne sa, non può più fare ritorno. Alla fine, Fantaghirò decide di cedere i suoi sentimenti per Aries ed iniziare una nuova storia d’amore.
Questo doveva essere un incipit per nuove avventure che avrebbero portato la regina a viaggiare per diversi regni, fino a ritornare al suo. Purtroppo, il progetto non ha mai visto la luce anche perché Fantaghirò 5 non ha avuto molto successo, anzi, è forse il capitolo più odiato dai fan che hanno visto un vero e proprio tradimento nei confronti di Romualdo. Negli ultimi anni si è spesso parlato di un reboot della serie, ma per ora non se ne sa nulla di concreto.
Perché Fantaghirò piace tanto: gli archetipi
Sebbene siano passati quasi vent’anni dall’ultimo film, Fantaghirò resta un prodotto memorabile con la sua capacità di attingere a profondi archetipi narrativi, che risuonano con il pubblico. Gli archetipi sono modelli narrativi ricorrenti che rappresentano emozioni, desideri e conflitti umani. La serie di Bava ne sfrutta molti, soprattutto di quelli presi pari pari dalle fiabe.
L’eroe ribelle: Fantaghirò
Fantaghirò, la protagonista, è l’incarnazione dell’archetipo dell’eroe ribelle, un personaggio che rifiuta le convenzioni sociali per seguire il proprio destino. Nata come terza figlia di un re che desiderava solo eredi maschi, Fantaghirò cresce sfidando le aspettative che la società le impone. Invece di accettare il suo ruolo come principessa passiva e sottomessa, si ribella, dimostrando il suo valore come guerriera e leader.
Questo archetipo rappresenta il desiderio umano di libertà e di affermazione personale. Fantaghirò non accetta di essere definita da un ruolo prestabilito, ma sceglie di creare il proprio cammino. Il suo coraggio, la sua intelligenza e la sua determinazione la rendono un modello di indipendenza, una figura che ispira a non arrendersi di fronte alle ingiustizie o alle limitazioni imposte dalla società. L’eroe ribelle è un archetipo che ci parla del bisogno di rompere le catene, di seguire il nostro cuore e di lottare per ciò in cui crediamo.
Il mentore saggio: la Strega Bianca
La Strega Bianca rappresenta l’archetipo del mentore saggio, una figura che offre guida, protezione e saggezza all’eroe lungo il suo percorso. Questo personaggio è essenziale nel fantasy, poiché aiuta l’eroe a comprendere il proprio potenziale e a superare le sfide più ardue. Proprio come la fata Madrina di Cenerentola o le tre fatine della Bella addormentata.
Il mentore saggio simboleggia la conoscenza superiore e la voce dell’esperienza. Nella nostra vita quotidiana, tutti abbiamo bisogno di una guida, qualcuno che ci aiuti a trovare il nostro cammino e a capire il mondo che ci circonda. La strega, che si trasforma anche in oca, con la sua saggezza e il suo potere, incarna questo bisogno umano di sostegno, soprattutto nei momenti di crisi.
L’antagonista oscuro: la Strega Nera
L’archetipo dell’antagonista oscuro è presente in molte narrazioni fiabesche, basti pensare alla Regina Grimilde di Biancaneve o al Jafar di Aladdin. In Fantaghirò trova la sua rappresentazione nella Strega Nera, una figura malvagia e potente che minaccia costantemente l’eroina. La Strega Nera incarna il male puro, ma, come spesso accade con gli antagonisti di qualità, è anche un personaggio complesso. La sua malvagità è mossa dal desiderio di potere, ma nasconde anche un profondo dolore, una vulnerabilità che la rende una nemica ancora più affascinante e, a volte, un’amica indispensabile.
Il fascino dell’antagonista oscuro risiede nel fatto che rappresenta le nostre paure più profonde e i lati oscuri della nostra personalità. La lotta tra Fantaghirò e la Strega Nera non è solo una battaglia tra due forze opposte, ma simboleggia il conflitto tra il bene e il male che tutti noi affrontiamo internamente. L’antagonista oscuro riflette i nostri timori, ma anche la possibilità di redenzione e trasformazione.
L’amore impossibile: Fantaghirò e Romualdo
Un altro archetipo centrale nella serie è quello dell’amore impossibile. Fantaghirò e Romualdo, pur appartenendo a regni in guerra, si innamorano, rappresentando l’unione di due mondi in apparente contrasto. Questo archetipo è presente in molte opere fantasy e romantiche, e ci parla del desiderio di superare le barriere e le differenze per raggiungere l’amore vero. Un pò come dei Romeo Giulietta in chiave fantasy medievale.
L’amore impossibile ci tocca profondamente perché riflette le difficoltà e i sacrifici necessari per costruire un legame autentico. La relazione tra Fantaghirò e Romualdo è ostacolata da forze esterne, ma alla fine trionfa grazie alla loro volontà di lottare per il proprio amore. L’amore impossibile è anche quello di Tarabas verso Fantaghirò che, però, troverà un diverso compimento.
Il redento oscuro: Tarabas
A proposito di Tarabas, questo è uno dei personaggi più complessi della serie. All’inizio, si presenta come un potente mago oscuro, un avversario temibile che si oppone a Fantaghirò. Tuttavia, con il progredire della storia, Tarabas subisce una trasformazione interiore, abbandonando la strada del male e cercando la redenzione. Questo archetipo, noto come il “redento oscuro”, è uno dei più potenti nel genere fantasy. Rappresenta la possibilità di cambiare, di trovare la luce anche dopo aver percorso un cammino oscuro.
Il personaggio di Tarabas incarna il conflitto interiore tra bene e male che tutti noi, in misura diversa, sperimentiamo. La sua redenzione non avviene facilmente; deve affrontare i suoi demoni e le conseguenze delle sue azioni, che lo porteranno a perdere sia la madre che il padre. Tuttavia, è proprio questo processo di cambiamento che rende Tarabas così umano e profondo. Il redento oscuro ci ricorda che anche le persone più perdute possono trovare la via per la redenzione. Questo messaggio di speranza è uno dei più potenti nella narrativa.
Il legame con Italo Calvino e la fiaba “Fanta-Ghirò, persona bella”
Una volta analizzati per bene i vari capitoli della saga di Fantaghirò e gli archetipi che affronta, è il momento di andare alla radice e analizzare la fiaba Fanta-Ghirò bella persona. Parliamo un’antica fiaba popolare italiana raccolta negli scritti di Italo Calvino: Fiabe italiane raccolte dalla tradizione popolare durante gli ultimi cento anni e trascritte in lingua dai vari dialetti da Italo Calvino. In questo libro si possono trovare più di 200 fiabe provenienti da tradizioni orali tra cui, appunto, la fiaba di Fantaghirò.
La novità di questo volume è quello di presentare le fiabe, precedentemente trasmesse nei vari dialetti del Paese, in un italiano comprensibile a tutti. A quanto pare, la versione di Calvino della fiaba prende ispirazione da una vecchia fiaba genovese. La trama è molto simile a quella che abbiamo raccontato nei film di Lamberto Bava.
Si parla di un re con tre figlie e di una guerra. Per sconfiggere il nemico, le tre figlie del re vanno in guerra a turno. Per prima parte Caterina che però tornerà indietro molto presto, la stessa cosa accade con Assuntina, fino ad arrivare al turno di Fantaghirò . Il principe nemico sospetta che il cavaliere che ha di fronte sia una donna e per questo la mette alla prova. Su consiglio della madre, le chiede di raccogliere un fiore e poi tagliare il pane, con la speranza di vedere in lei degli atteggiamenti femminili che tradissero la sua natura.
L’ultima prova è quella più terribile: il piano era quello di far bere a Fantaghirò del vino con del sonnifero per poi farla dormire con il principe. In questo modo, avrebbe potuto spogliarla e verificare lui stesso se si trattasse di una donna o meno. La furbizia della giovane le permetterà di scambiare i bicchieri. Alla fine, anche in questa versione, Fantaghirò sconfiggerà il principe nemico per poi unirsi a lui col matrimonio, in un sodalizio di pace.
«Detto fatto, il giovane Re la portò nel suo Palazzo, dove lui e la sua sposa vissero felici
e contenti per molti anni. Con il tempo, Fantaghirò fu nominata erede di suo padre, e
diventò Regina dei due regni.»