Le Cronache di Narnia e l’Italia: qual è la connessione tra il nostro Paese e la saga fantasy?

Sei mai stato a Narnia? Se hai viaggiato in giro per l’Italia, probabilmente sì e non te ne sei nemmeno accorto. Non c’entra l’armadio!

Scritte da C.S. Lewis tra il 1950 e il 1956, Le cronache di Narnia sono una delle serie fantasy più amate da sempre. Composta da 7 romanzi, esplorano Il regno di Narnia. La saga segue l’avventura di un gruppo di fratelli – Peter, Susan, Edmund e Lucy Pevensie – che scoprono questo mondo incantato attraverso un armadio, mentre sullo sfondo domina la seconda guerra mondiale. Narnia è dominato da creature mitologiche come grandi leoni, streghe malvagie, fauni, centauri ed epiche battaglie tra il bene e il male.

Le Cronache di Narnia
Il gelido inverno de Le Cronache di Narnia ha origini nostrane – formatonews.it

Il romanzo più famoso della serie, che ha riscosso successo anche col film, è Il Leone, la strega, e l’armadio che introduce Aslan, la figura del grande leone che incarna giustizia e saggezza ed è in lotta con la Strega Bianca, che ha fatto cadere Narnia in un inverno perenne. Ma al di là della fantasia, esiste Narnia nella realtà? A quanto pare, Narnia non solo esiste ma si trova anche nel nostro paese. Si dice, infatti, che Lewis abbia trovato ispirazione per il nome Narnia dalla nostra Italia. Più precisamente, lo scrittore incappò in questa parola sono un atlante geografico. La località faceva riferimento ad un’antica città romana che oggi è conosciuta come Narni, una piccola città medievale dell’Umbria.

Il borgo dei fratelli Pevensie: la genesi del nome

Narni mantenne il nome Narnia fino al XIII secolo, poi ufficialmente perse la lettera “a” ma continuò ad essere chiamata Narnia fino dopo la Rivoluzione Francese. Walter Hopper, segretario e biografo di Lewis, riporta proprio questo episodio: Quando Walter Hooper chiese a C.S. Lewis dove aveva trovato la parola Narnia, Lewis gli mostrò il suo atlante Murray’s Small Classical Atlas, ed. G.B. Grundy (1904), che aveva comprato quando stava leggendo i classici con il suo istitutore Kirkpatrick presso Great Bookham. A pagina 8 di questo atlante c’è una mappa dell’Italia con le iscrizioni in lingua latina. Lewis aveva sottolineato il nome di una piccola città chiamata Narnia, semplicemente perché amava il suono di questa parola. Narnia – o “Narni” in italiano – si trova in Umbria, a metà strada tra Roma ed Assisi» (Roger Lancelyn Green and Walter Hooper, C.S. Lewis: A Biography).

Il borgo di Narni
Veduta panoramica dell’intera città di Narni – formatonews.it

Lewis non è mai sbarcato nel borgo di Narni, ma il solo leggere il nome su una cartina lo ha ispirato tremendamente. Sappiamo, inoltre, che il romanzo è intriso di significati e allegoria cristiane. Il fatto che a Narni si trovi un fiume che in umbro antico si chiamava Nar, ossia acqua che scorre, potrebbe essere un’ulteriore motivo che ha solo solleticato la fantasia di Lewis. L’acqua che scorre potrebbe essere paragonabile a a quella fonte della vita di cui si parla nel Vangelo di Giovanni, in relazione alla figura di Cristo e ai fiumi di acqua viva da cui chi crede in lui può attingere. Questo non stupisce, in quanto la figura del leone Aslan è una manifestazione di quella di Cristo.

La storia del borgo umbro di Narni

Narni ha una storia molto antica che inizia già nel Paleolitico. Fu nel 300 a.C. che di venne bersaglio di Roma che tentò l’assedio col console Quinto Appuleio Pansa. I risultati scarseggiano ma l’anno dopo, Narni divenne ufficialmente colonia romana grazie all’aiuto di due traditori che favorirono l’ingresso dei romani nella città. In questo periodo, Narni portava ancora l’antico nome di Nequinum e furono i romani a cambiarlo. Il motivo pare essere più che altro superstizioso, infatti, in latino Nequinum significa “inutilità”, non certo un nome di grande auspicio. I conquistatori la chiamarono Narnia, attingendo la radice dal nome dal fiume Nar.

La storia del borgo
Il grifo si staglia sull’arco di porta Ternana, ingresso alla città – formatonews.it

Da questo momento in poi si sa poco della storia del borgo ma c’è una leggenda interessante che vale la pena citare. Dal 1951, il simbolo della città è un Grifo rosso ed una leggenda che si è sviluppata soprattutto in epoca medievale, vuole che proprio in queste zone vivesse un Grifone. Più precisamente, l’animale fantastico viveva tra Narni e Perugia. Le due città che erano in guerra da tempo, si coalizzarono proprio per proteggersi dal Grifone. Una volta che riuscirono ad abbatterlo, Perugia si tenne le ossa mentre Narni mantenne la pelle. Per questo motivo, pare che il Grifone di Narni sia rosso (pelle) mentre quello di Perugia sia bianco (ossa). Ma cosa si può visitare in questo affascinante borgo?

Cosa visitare a Narni

Gli edifici ed i monumenti da poter visitare a Narni sono molti. Tra questi c’è il ponte di Augusto che risale all’epoca romana. Originariamente doveva essere lungo circa 160 m per 30 m di altezza. Coi secoli ha subito diversi danneggiamenti ed ora è possibile visitare le sue rovine. Il ponte viene citato in diverse fonti in quanto artisti e viaggiatori lo hanno raffigurato molte volte. Una particolarità di questo ponte è che oltre ad avere le pietre unite con la calce, sono presenti anche delle anime di ferro, un capolavoro dell’architettura romana.

Cosa visitare a Narni
Rocca Albornoz e le sue torri – formatonews.it

Senza dubbio non può mancare una visita alla Rocca Albornoz, costruita nel 1367 per volere del cardinale Egidio Albarzon. Situata in alto, domina tutta la valle del fiume. Ospitò Papi come Nicolò V e Bonifacio IX e fu la struttura difensiva che respinse l’assalto dei lanzichenecchi nel 1527 che tornavano dal sacco di Roma. La fortezza ha una base quadrata e presenta quattro torri agli angoli. Ad oggi, all’interno della fortezza è possibile visitare sia il Museo dell’archeologia sia il Museo del tempo, in cui si può ammirare una collezione di antichi orologi.

Non si può entrare a Narni senza passare per la Porta Ternana, conosciuta anche come Porta delle Arvolte. Anche questa venne costruita per volere del cardinale Alborzon. Si raggiunge salendo lungo la via Flaminia e presenta due grandi torrioni ed un arco sul quale capeggia lo stemma del Grifo. Nelle torri sono presenti delle stanze a forma circolare che venivano utilizzate anticamente dai soldati per difendere la città attraverso le feritoie.

La nostra visita può proseguire con la Cattedrale di San Giovenale, dedicata al primo vescovo di Narni. Ci troviamo in piazza Garibaldi dove, secondo la tradizione umbra, venne sepolto il patrono stesso della città. La cattedrale è in stile romanico e venne consacrata da Papa Eugenio nel 1145. La pianta della cattedrale è a croce latina commissa e presenta tre navate. Nella cripta, fatta costruire nel 1641, è possibile trovare le spoglie di San Giovenale.

Un’altra meta imperdibile è il Museo Eroli, situato all’interno dell’omonimo palazzo. Tra collezioni medievali ed archeologiche, è possibile trovare una vera e propria chicca: una Pala d’altare dell’incoronazione della Vergine di Domenico Ghirlandaio. Dipinta a Firenze e successivamente spedita in Umbria, venne commissionata dal cardinale Berardo Eroli.

Chiudiamo la nostra visita al borgo con Narni sotterranea. Scoperta nel 1977, è composta principalmente da cisterne d’acqua e ci si arriva attraverso vari sotterranei. Attraversare questi sotterranei significa anche ripercorrere la storia dell’inquisizione. Si arriva, infatti, in quella che veniva chiamata “sala dei tormenti”, in cui aveva sede un tribunale dell’inquisizione. Un uomo di nome Giuseppe Andrea Lombardini, un capitano fatto prigioniero nella seconda metà del ‘700, avrebbe inciso messaggi di libertà e pace proprio in queste mura, utilizzando un linguaggio fatto di simboli alchemici.

Insomma, tra antichi ponti, porte maestose, fortezze e sotterranei, Narni sembra riecheggiare di quella Narnia scritta da Lewis.

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