David Gilmour è musicista di livello eccelso. Entrato nella la storia del Rock come chitarrista dei Pink Floyd vi è rimasto come cantautore e polistrumentista.
La rivista Rolling Stone lo ha inserito al 14º posto nella lista dei migliori chitarristi di sempre e per molti artisti questo potrebbe già bastare per decretarne successo e fama imperiture.

Per David Gilmour questa collocazione tra i virtuosi della chitarra sembra quasi una ‘diminutio’. Un grande chitarrista ma anche molto di più. La sua biografia narra di un’artista che dal 1968 al 1995, e nuovamente nel 2014, è stato il chitarrista e cantante dei Pink Floyd. David Gilmour è nato a Cambridge, Inghilterra, il 6 marzo 1946. La sua è una famiglia agiata con papà Douglas professore di Zoologia nella celeberrima università e mamma Sylvia, anche lei insegnante. È da studente che, pur inconsapevolmente, ha avuto inizio il suo lento approccio ai Pink Floyd. Due scuole ubicate lungo la stessa strada. In una vi è la Perse School frequentata dal giovane David mentre la Cambridgeshire High School for Boys è la scuola di Syd Barrett. La pausa pranzo ha rappresentato, per entrambi, il momento giusto per iniziare a frequentarsi ed imparare a suonare la chitarra. Due vite e due carriere che si incroceranno nuovamente nel 1968 quando David Gilmour è diventato il quinto elemento dei Pink Floyd su invito di Nick Mason. Il tutto avvenuto nel momento in cui Syd Barrett ha iniziato ad avere seri problemi mentali a causa della sua dipendenza alle droghe. LSD su tutte.
David Gilmour ed il capolavoro dei Pink Floyd
Quasi tre decenni all’interno di un gruppo che ha segnato la storia del rock, fino al momento in cui i rapporti tra David Gilmour e Roger Waters hanno portato ad una fragorosa, dolorosa separazione. Roger Waters da una parte, David Gilmour, Richard Wright e Nick Mason a proseguire la storia del gruppo.

I Pink Floyd come un’esperienza straordinaria, piacevole da ricordare anche se ormai appartiene definitivamente al passato di David Gilmour, soprattutto da quando Rick Wright non c’è più. Proprio al ricordo del grande amico, e tastierista dei Pink Floyd, è legata la canzone che Gilmour ha definito come la sua preferita all’interno dello straordinario repertorio della band inglese: Echoes. “Era divertentissimo suonare Echoes soprattutto durante il mio ultimo tour da solista con Rick Wright, un duetto tra me e lui. Non poteva e non doveva essere suonata di nuovo ora che è morto”, queste le sue parole riportate da esquire.com. Una pietra miliare nell’evoluzione musicale dei Pink Floyd. Il brano Echoes è contenuto nell’album Meddle (1971).
A tal proposito una volta Gilmour ha detto: “Credo che Echoes sia il capolavoro dell’album, quello in cui tutti noi stavamo scoprendo cosa fossero i Pink Floyd”. E i Pink Floyd erano qualcosa di completamente diverso dal resto del mondo della musica. Nel momento in cui i brani musicali venivano compressi per avere sempre più spazio all’interno della programmazione radiofonica, i Pink Floyd hanno seguito una strada completamente diversa. Conduceva al ‘concept album’, dove ciascun brano si legava naturalmente al precedente ed al successivo. Tracce anche molto lunghe, come la stessa Echoes, che ha una durata di 23 minuti. Tasselli che una volta uniti davano vita ad un ‘unicum’. Semplicemente ad un capolavoro. Come The Dark Side Of The Moon, album del 1973, di cui il brano Echoes ha rappresentato un meraviglioso preludio.
Un capitolo fondamentale nella storia dei Pink Floyd. Un capitolo che appartiene alla storia della musica.