Tadej Pogacar | “Un uomo solo al comando”

Tadej Pogacar e l’infinita solitudine dell’infinito campione sloveno. Ad ogni grande appuntamento risponde con un’impresa sempre più grande.

Nella storia del ciclismo esiste una frase che è scolpita nella mente di tutti gli appassionati delle due ruote ‘a pedali’. E non conta l’età poiché chi c’era e l’ha vissuta in prima persona l’ha tramandata ai figli ed ai nipoti.

Tadej Pogacar
Tadej Pogacar Giro di Lombardia – Foto LaPresse – formatonews.it

Un uomo solo al comando, la sua maglia è biancoceleste, il suo nome è Fausto Coppi”. Una radiocronaca che le parole di Mario Ferretti hanno reso ‘visibile’ a tutti gli ascoltatori. Una tappa, un evento che ha marchiato a fuoco la storia del ciclismo. La tappa è la Cuneo – Pinerolo, Giro d’Italia del 1949. Fausto Coppi ha dato vita alla fuga più ‘mitica’ nella storia della corsa rosa. 195 chilometri in solitaria ed arrivo al traguardo con quasi 12 minuti di vantaggio su Gino Bartali. Al terzo posto Alfredo Martini che ha tagliato il traguardo dopo 20 minuti.

Adattandola al ciclismo di oggi si potrebbe dire: “Un uomo solo al comando, la sua maglia ha i colori dell’iride, il suo nome è Tadej Pogacar”. Il 2024 è stato l’anno del fenomeno sloveno. Giro d’Italia, Tour de France, Campionato del Mondo e due delle cinque ‘classiche monumento’: la Liegi-Bastogne-Liegi ed il Giro di Lombardia. Le restanti tre sono: la Milano-Sanremo, il Giro delle Fiandre e la Parigi-Roubaix. Le ‘classiche’ più antiche. Le più prestigiose.

Tadej Pogacar e le vittorie in splendida solitudine

Vittorie che arrivano puntuali dopo i fin troppo facili pronostici della vigilia. Ora, però, Tadej Pogacar ha voglia di dare sempre di più.

Tadej Pogacar
Tadej Pogacar – Foto LaPresse – formatonews.it

Ha voglia di aumentare lo spettacolo da offrire alle centinaia di migliaia di tifosi di tutte le età e nazionalità che lo attendono lungo le strade d’Europa. Con il sole o con la pioggia, con il caldo asfissiante o con il freddo che penetra nelle ossa. Ed allora parte quando meno te lo aspetti. Una parola, un gesto con il capo al suo gregario che gli ha preparato al meglio l’impresa ed il fenomeno sloveno parte. E quando parte non ce n’è più per nessuno. Nessuno prova a mettersi a ruota perché sa bene che sarebbe una fatica inutile e devastante. Per chi insegue. Parte Tadej e per gli amanti del ciclismo ha inizio un film meraviglioso. La strada si trasforma in un red carpet dove vi è un solo attore protagonista. Il suo mulinare sui pedali sarebbe degno dei celeberrimi primi piani di Sergio Leone.

Così come il suo volto che riesce perfino a sorridere, quasi irridendo la fatica. La sua e quella dei suoi avversari. Capace di regalare emozioni supplementari e borracce-ricordo ai bambini che attendono con gli occhi sognanti di vederlo per un solo istante. Un istante incancellabile. Un affetto che Tadej Pogacar ricambia con vittorie incancellabili. Il ‘ragazzo con il ciuffo’ che ama vincere in solitaria. Come ci ricorda il fattoquotidiano.it alla Liegi-Bastogne-Liegi sono stati quasi 35 i chilometri di fuga. Al Mondiale su strada ha stupito il mondo partendo ai meno 100 dall’arrivo ed oltre metà del tragitto lo ha percorso in perfetta solitudine. Al Giro dell’Emilia è scattato ‘soltanto’ a 38 chilometri dall’arrivo mentre il capolavoro al Giro di Lombardia lo ha compiuto a poco meno di 50 dal traguardo. Ciascuno aggiunga l’aggettivo che più gli aggrada accanto al nome di colui che ha sta ancora scrivendo la storia nonostante sia già entrato nella leggenda.

Un uomo solo al comando, la sua maglia ha i colori dell’iride, il suo nome è Tadej Pogacar”.

Gestione cookie