La partita che ha visto sfidarsi da una parte l’Ajax e dall’altra il Maccabi Tel Aviv è stata caratterizzata da scontri accesi. Cosa è successo davvero?
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyhau ha denunciato una serie di attacchi perpetrati, nella notte tra giovedì 7 e venerdì 8 novembre, contro i tifosi giunti ad Amsterdam in occasione della Europa League. La capitale dei Paesi Bassi è diventata il teatro di scontri accesi tra questi ultimi e i manifestanti ed attivisti sostenitori della Palestina.
Quanto successo in occasione del match tra Ajax e Maccabi Tel Aviv ha seminato il caos tra le strade della città di Amsterdam. Le tensioni hanno iniziato a salire già da prima del giorno in cui si è tenuta la partita: i manifestanti pro-Palestina, in vista del match, avevano organizzato un raduno davanti alla Johan Cruijff Arena, attirando le preoccupazioni della sindaca Femke Halsema.
Dopo aver tentato di vietare la manifestazione, questa è stata successivamente spostata ad un chilometro di distanza dallo stadio nella speranza di mantenere la sicurezza. Gli “sforzi” non hanno impedito ai tifosi israeliani e agli attivisti di scontrarsi: fin da prima dell’inizio del match, infatti, in città sono scoppiati diversi disordini.
Ajax-Maccabi, scoppiano disordini tra tifosi israeliani e attivisti pro-Palestina: caos ad Amsterdam
Sul web sono stati diffusi numerosi video in cui i tifosi provenienti da Israele – in particolare i Maccabi Fanatics – strappano bandiere palestinesi dai palazzi e cantano slogan anti-arabi e inneggianti al genocidio a Gaza. Questi sono stati avvistati con indosso catene di metallo, da usare come armi. Durante la partita, inoltre, gli ultras non hanno rispettato il minuto di silenzio in onore delle vittime dell’alluvione che ha recentemente colpito Valencia, intonando cori come: “Non ci sono scuole a Gaza perché non ci sono più bambini”.
A tutto ciò hanno fatto seguito gli scontri con attivisti sostenitori della Palestina e persone di etnia araba. Il Jerusalem Post ha definito l’episodio come una “caccia all’israeliano”, parlando di tifosi minacciati e picchiati. Questi ultimi avrebbero subito degli attacchi “lampo” da parte di “criminali in scooter”, come affermato dalla sindaca Halsema. Un portavoce della polizia, commentando l’accaduto, ha sottolineato la difficoltà nell’identificare la “fazione” di appartenenza di chi ha preso parte ai disordini.
“Non possiamo indicare chi siano – sono state le sue parole -. I gruppi non sono facilmente distinguibili tra loro, quasi tutti indossano abiti scuri”. Gli scontri si sono conclusi con l’arresto di 67 persone e 5 tifosi israeliani che sono stati ricoverati e dimessi. Ad Amsterdam sono state vietate manifestazioni per tre giorni, nell’intento di evitare ulteriori disordini, mentre il Governo è alle prese con una serie di indagini “sui segnali d’allarme provenienti da Israele”, come affermato dal Ministro della sicurezza e della giustizia David Van Weel.