Francesco Guccini | “Memoria viva quanto mai necessaria”

Francesco Guccini ed il quarantennale di un evento diventato un film. Quattro interi decenni che hanno rivoltato il mondo come un calzino, ma che non hanno scalfito l’incanto.

Nel mezzo del cammin della sua vita, Francesco Guccini ha deciso di regalare un concerto divenuto evento. Un evento divenuto ricordo impresso a colori nella memoria di 160mila persone. Un ricordo divenuto film.

Francesco Guccini
Francesco Guccini | “Memoria viva quanto mai necessaria” – Foto Ansa – formatonews.it

Piazza Maggiore a Bologna trasformata in un grande auditorio. 320mila occhi fissano il Maestrone di Pavana, 320mila orecchie fremono per ascoltare la sua voce, la sua musica, i suoi racconti.1984-2024. Quarant’anni sono trascorsi da quella serata. Il mondo del 1984 non esiste più, ormai da anni. È crollato il Muro di Berlino, sono crollati miti veri e presunti. Di quarant’anni fa è rimasta soltanto, immutata ed immutabile, la stupidità e la cronica mancanza di memoria dell’uomo che continua, ovunque ove possibile, a fare la guerra. Di quarant’anni fa è, però, fortunatamente rimasta anche la figura ‘imponente’, e non soltanto dal punto di vista fisico, di Francesco Guccini. Immutabile nella sua capacità unica di leggere, interpretare il presente e preannunciare un futuro prossimo non propriamente invidiabile. Riascoltare, rivedere il concerto di Piazza Maggiore non è soltanto un bagno di nostalgia per fan imbiancati.

Francesco Guccini, la sua attualità 40 anni dopo

Scrive Pietro Rossi su Today: “La riedizione de “Fra la via Emilia e il West”, album live del 1984 con audio completamente rimasterizzato e in copertina il disegno originale che l’amico Bonvi realizzò per il poster del concerto di Piazza Maggiore, è innanzitutto una di quelle operazioni di “memoria viva” quanto mai necessarie”.

Francesco Guccin
Francesco Guccini, la sua attualità 40 anni dopo – Foto Ansa – formatonews.it

Nel suo eremo di Pavana Francesco Guccini dispensa saggezza soltanto scritta. Al massimo orale, per i più fortunati, amici, colleghi, semplici fan che si fermano nella sua casa-ritrovo per sorseggiare un buon bicchiere e “sparare cazzate” avvelenate. Francesco Guccini la chitarra non la inforca da anni e forse non canta nemmeno più quando si sistema a dovere la sua barba. Eppure non riusciamo a farne a meno delle sue parole, sotto qualsiasi forma esse si mostrino. Non si riesce a fare a meno di quella saggezza illuminata che getta un po’ di luce nel buio che ci circonda. “Fra la via Emilia e il West” rappresenta, in questo momento, anche una ventata di ottimismo. Non è soltanto un bagno di nostalgia per fan imbiancati, ma un’atmosfera da ricreare. Il prima possibile e per la gioia di tutti.

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