Ammirare un tripudio di stelle dalle dune del deserto a Natale, è davvero qualcosa di inedito. Cosa sono le “Porte del Sahara?” La città tunisina è un luogo magico: tradizioni, effervescenza e profumi indimenticabili, itinerario completo.
Se si sta fantasticando su cosa fare a Natale, bisogna almeno una volta sperimentare qualcosa di nuovo dal solito Edimburgo o Parigi. Certamente, le tappe europee incarnano l’idea classica della festività, ma c’è una città anticonformista che con colori, profumi, gusti e sensibilità proprie è capace di rendere magica la celebrazione nel bel mezzo del Deserto del Sahara. La città tunisina è uno spettacolo favorito dal calore della gente e dal clima mite, ma sono proprio le tradizioni a rendere speciale questo luogo.
Non si è soliti a pensare alle festività invernali con alte temperature, perché la maggior parte sono proprio affascinati dal candore della neve e dal profumo di latte e biscotti alla zenzero. Il mondo però è bello perché vario, e la località tunisina che rende il Sahara grande protagonista, farebbe innamorare anche chi sogna un bianco Natale. Carretti, dromedari, mercatini, affollano le strade di questo luogo. Il tutto vissuto con un outfit estivo al mattino e primaverile la sera.
Come se non bastasse, non ci si deve solo immaginare negozietti che vendono la qualsiasi, ma anche un territorio in cui lo spirito culturale è molto sentito. Infatti, la bellezza di questa città a Natale diventa ancora più magica per la presenza di un Festival moderno e intellettuale, fatto di letteratura, poesia, sfilate, danze con costumi tradizionali, e proiezioni di film.
È dal 1960 che si celebra questo Festival di cui è artefice la gente del posto che presenta una caratteristica insolita. Si tratta di una popolazione che è nata e cresciuta lì, ma le cui tradizioni la portano a condurre uno stile di vita alternativo per gli occidentali. Esempio di pace, tolleranza, apertura mentale e cultura, questa città della Tunisia è un gioiello che non può mancare nella pianificazione di viaggi inaspettati.
Viaggiare fino alle Porte del Sahara a Natale è un regalo per l’anima!
Decidere di intraprendere questo viaggio, o anche solo di regalarlo alla persona del cuore, è davvero un gesto speciale. Significa decidere di fare qualcosa che va un po’ al di là dai canoni tradizionali di un Natale in bianco con presepi, abeti, e gare di scii in montagna. Probabilmente anche nel Sahara è possibile farsi trasportare da uno slittino, ma invece di farlo con sciarpa e cappello, lo si fa in bermuda! La popolazione del luogo è molto calorosa, e il Festival è portatore di turisti da ogni dove.
Frutta dolce e succosa, oasi perse nel deserto, sfilate con cavalieri e passeggiate al tramonto sui dromedari: chi non ha mai pensato di passare il Natale alle Porte del Sahara? La località che ospita queste possibilità è organizzatrice del Festival Internazionale del Sahara. Si tratta di un progetto che attira turisti da tutto il mondo proprio per tutte le attività che si possono fare. È la chiara dimostrazione che la Tunisia propone qualcosa di attuale pur restando legata alla proprie tradizioni.
Integrazione e mix di popolazioni trovano il posto perfetto. Anche perché i Mrazig sono i pastori nomadi protagonisti di queste attrazioni. Infatti, la caratteristica assurda delle persone del luogo è che sono… nomadi! Per intenderci, vivono qui, ma ogni tanto si spostano assaporando uno stile di vita in tenda. È la loro tradizione, ed è possibile fare questa esperienza, mangiando datteri al chiaro di luna ammirando il deserto sotto un cielo stellato.
Come se non bastasse, il Festival da loro organizzato è un vero mix di culture. Ci si può trovare tribù libiche, egiziane, algerine, tutti ad esplorare la cultura beduina. Inizialmente, era una competizione di mehari, cioè dromedari, ma da quando nel ’67 sempre più enti locali supportarono il progetto, e nell’81 il Governo Tunisino lo fece proprio, la magia del luogo diventa speciale a Natale.
È la celebrazione del patrimonio culturale ed artistico della tribù arabo-berbera di M’razigs, pronunciato Marzougui. Le popolazioni che vi partecipano portano avanti un messaggio di pace, dato che in passato erano in guerra. Canti, balli e mercatini con spezie, tappeti e manufatti berberi, sono qualcosa che non si vede tutti i giorni, ed è tipico di questo luogo.
Il souk è il tipico mercato del luogo organizzato in corporazioni, ed è da esplorare con calma. Il Festival dura 3 giorni e si apre con una cerimonia in grande che quasi sembrano le Olimpiadi!
Come già detto, c’è anche la modernità con proiezioni di film d’autore, cortometraggi, documentari, con la presenza di esperti del settore a livello internazionale, anche stranieri. Le oasi sono poi un gioiellino imperdibile, fatto di palmeti e intimità da vivere con la persona del cuore. Lo stesso lago salato chiamato ‘’Chott el Djerid’’, ospita due grandi oasi, Tozeur e Nefta.
La zona Sud della Tunisia è legata alla tradizione sufi, e queste oasi sono contraddistinte da fregi e losanghe che abbelliscono santuari a cupola e mausolei che dominano il bacino del Corbeille. Si può passeggiare a piedi, in bici, su un mulo, o in carrozza. Di certo, non si può dire di no ai Canyon e alle montagne Chebika, Tamerza e Mides. Punti panoramici diversi tra loro.
Il primo è attraversato da un torrente naturale con tanto di antico villaggio abbandonato. Il secondo è contraddistinto da un’immensa cascata. Mentre l’ultimo è una città arroccata in una parete rocciosa che dà accesso ai canyon dell’est di Dghoumès.
Come si chiama questo posto? È Douz la città della Tunisia conosciuta come “le porte del Sahara” , uno spettacolo!