L’approvazione della fornitura di mine antiuomo all’Ucraina da parte del presidente statunitense Biden ha fatto discutere fin da subito: cosa sappiamo al riguardo?
In seguito al via libera all’uso dei missili ATACMS da parte dell’Ucraina, arriva un’altra decisione del presidente Joe Biden che preoccupa la comunità internazionale. Gli Stati Uniti sono pronti ad inviare a Kiev la fornitura di mine antiuomo volta a frenare l’avanzata delle truppe russe nel territorio. La notizia, confermata dal capo del Pentagono Lloyd Austin, ha fatto parecchio discutere e le rassicurazioni da parte del Governo statunitense non sono servite a molto.
“Kiev ha bisogno di cose che aiutino a rallentare la Russia – ha affermato Austin commentando la mossa di Biden –, le hanno chieste e penso che sia una buona idea”. Le mine antiuomo che verranno fornite all’Ucraina sono note come “non persistenti”, ovvero destinate ad autodistruggersi con il passare del tempo (o per via dello scaricamento della batteria, che determina la fine del loro funzionamento).
Gli Stati Uniti, si ricorda, non hanno mai firmato il Trattato di Ottawa del 1997. Attualmente sottoscritto da 164 Paesi, questo prevede la proibizione dell’uso, della produzione e della detenzione delle mine antiuomo (con la relativa distruzione). Oltre a Washington, nemmeno Mosca figura tra i firmatari dell’accordo.
Stati Uniti, approvato l’invio di mine antiuomo in Ucraina: la decisione discussa
Sebbene gli Stati Uniti siano intenzionati ad inviare mine antiuomo “non persistenti”, come affermato in precedenza, la decisione è stata criticata da molti esperti e attivisti. Gli ordigni in questione, infatti, necessitano di operazioni di bonifica elaborate e non sempre vengono disattivate correttamente. Ciò comporta un serio pericolo per la sicurezza dei civili.
Le mine antiuomo sono note per ferire e uccidere senza alcuna distinzione, a meno che non vengano distrutte in modo adeguato. Queste tuttavia non sono una novità per quanto riguarda la guerra in Ucraina: la Russia ha già fatto ricorso agli ordigni con l’inizio del conflitto. Secondo le stime, almeno il 25% del territorio ucraino sarebbe stato minato da Mosca.
Nel 2014 gli Stati Uniti avevano annunciato lo stop all’utilizzo di tali ordigni, esprimendo la volontà di distruggere quelli esistenti. Eppure nel 2020, con l’avvento di Donald Trump alla Casa Bianca, si è fatto dietrofront. A distanza di due anni, durante la presidenza di Biden, il Governo statunitense ha dichiarato di voler fermare l’uso delle mine antiuomo. A quanto pare, però, non si sono stati fatti reali passi avanti in tal senso.