Ezio Luzzi | L’ultimo degli indimenticabili ‘mohicani’

Ezio Luzzi, l’ultima voce che ha fatto sognare intere generazioni di appassionati di calcio. L’emozione nel raccontare la sua storia. L’emozione di leggerla. In silenzio. 

Vi sono parole, persone, personaggi in grado di abbattere il muro del tempo e dello spazio. Leggere l’intervista rilasciata da Ezio Luzzi al quotidiano La Repubblica fa vivere la meravigliosa sensazione di un viaggio a ritroso nel tempo, come novelli protagonisti della saga di Harry Potter.

Ezio Luzzi
Ezio Luzzi | L’ultimo degli indimenticabili ‘mohicani’ – Foto Ansa – formatonews.it

Nell’anno in cui la radio ha compiuto 100 anni, 1924-2024, Ezio Luzzi, il 10 dicembre scorso, ne ha compiuti 91. Per decenni è stata una delle voci del calcio. Di un calcio che non veniva mostrato dalle televisioni, invasive e, spesso, poco propositive ed incisive, ma veniva raccontato, pennellando ogni attimo con michelangiolesca perfezione. Era la radio a farci ‘vedere’ le partite e la trasmissione radiofonica “Tutto il calcio minuto per minuto” era l’inaccessibile tempio da dove venivano rivelate le verità calcistiche attese da milioni di italiani. Ed insieme ad Ezio Luzzi ecco Enrico Ameri, Sandro Ciotti, Roberto Bortoluzzi, Alfredo Provenzali. I loro nomi si snocciolavano a memoria, come gli eroi ‘immortali’ del Grande Torino.

Anche loro, oggi, eroi immortali di un calcio che non c’è più.

Ezio Luzzi ed i segreti degli ‘immortali’

Mentre gli occhi si soffermano sulle parole di Ezio Luzzi, la memoria impazzisce rincorrendo millanta ricordi. Ma sono i ricordi del giornalista nato a Santa Fe, in Argentina, a far impazzire.

Enrico Ameri durante una delle sue 'storiche' radiocronache
Enrico Ameri durante una delle sue ‘storiche’ radiocronache – Foto Ansa – formatonews.it

Il suo primo pensiero è per coloro che non ci sono più: “Sono morti tutti. Guglielmo Moretti, Roberto Bortoluzzi, Sandro Ciotti, Enrico Ameri, Paolo Valenti. Cominciammo a trasmettere nel 1960, mi sento l’ultimo dei mohicani”. Un calcio che è profondamente cambiato, così come è profondamente cambiato il modo di raccontarlo: “Le qualità di un radiocronista sono senso del racconto, ritmo, capacità di trasmettere le emozioni. Spiegare dove sta il pallone, come si muovono i giocatori. Oggi veniamo imbottiti di informazioni inutili su assist, gol fatti, biografie dei calciatori. Ma a chi frega?”. La chicca finale, il segreto mai rivelato riguarda le due grandi voci di Tutto il calcio minuto per minuto: “Enrico Ameri era un trascinatore eccezionale. Una mitraglia. Ciotti era più aulico, più colto, però le sue frasi rotonde non sempre venivano capite dagli ascoltatori. Ciotti soffriva il fatto che Ameri fosse il numero uno. Diceva: io ho fatto il liceo, Ameri è solo un maestro elementare”.

Novello Harry Potter. Questa la bellissima sensazione provata leggendo le parole di Ezio Luzzi, The Voice di un calcio che non c’è più.

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