L’Isola di Montecristo è un gioiello del Mar Tirreno, e proprio come una pietra preziosa persa nelle acque, pare praticamente inaccessibile. La ragione? Soprattutto è un viaggio da fare?
A proposito di itinerari incredibili, se un luogo come questo suscita interesse, è bene sapere che riuscire ad andarci è un’impresa! Servono permessi e rispettare delle condizioni ben precise, ma lo spettacolo è degno del romanzo di Alexandre Dumas. Con al seguito 257 volumi a cui si sommano ben venti testi biografici che racchiudono le sue memorie, lo scrittore ha reso affascinante, enigmatica e incredibile, questo località: l’Isola di Montecristo è ricca di misteri. Visitarla è possibile, ma non possono farlo tutti.
Nella storia di Dumas entrano in gioco intrighi, tradimenti e vendette, condizioni che plasmano l’animo umano in una fase storica in cui spie Bonapartiste e Restaurazione Borbonica contribuiscono a rendere questa vicenda avvincente ed eterna. Se si legge ancora oggi, c’è più di una ragione. Ma quanti si sono domandati se è possibile visitare l’Isola di Montecristo? Il luogo chiave che conduce Edmond Dantès al piano per la sua vendetta: colpire chi gli ha rovinato la vita.
Nella vicenda, è proprio questo il fortunato isolotto che con il tesoro nascosto, porterà dopo 14 anni di ingiusta prigionia, il protagonista ad assumere una nuova identità, quella del Conte di Montecristo e non solo. Ma è possibile recarsi in questo luogo misterioso? Molti non sanno che accedervi è quasi impossibile, ma nel corso della storia, è stato protagonista di eventi storici di un certo peso. Dalle leggende più enigmatiche, fino al matrimonio dei Savoia e al fronte italo-tedesco durante il secondo conflitto mondiale.
Si è fatto un vario utilizzo di quest’isola, ma oggi è praticamente inaccessibile. La ragione? La questione principale è legata alla tutela della biodiversità di questo luogo. Territorialmente è legata al Comune di Portoferraio e alla Provincia di Livorno, ma è disabitata e senza servizi. È un santuario della natura, e proprio per la sua fragilità, va tutelato.
Flora e fauna si condizionano a vicenda, perché la presenza dell’unica e sola Capra selvatica selvatica italiana, non permette il rinnovo della vegetazione. Inoltre, si possono trovare Erica, rari corbezzoli, e l’Osmunda regalis, una rara felce. Non mancarono cinghiali e fagiani, ma furono fatti eradicare dal re Vittorio Emanuele III di Savoia dopo il 1899. È proprio questo il sovrano che ha fatto gran uso dell’Isola di Montecristo, oggi sarebbe impensabile!
Come visitare l’Isola di Montecristo? Itinerario quasi impossibile
Riserva biogenetica dell’Arcipelago toscano di 1000 ettari, è la più selvaggia. Presenta rocce granitiche grigio-rosa, cristalli di feldspato, materia prima per costituire il vetro, ed è oggi abitata da due sole guardie forestali che si alternano ogni due settimane. Per recarcisi è necessario un permesso dal Corpo Forestale di Follonica, ma non possono andarci più di 1000 visitatori l’anno! Infatti, è registrata come una delle 149 aree protette gestite dal Comando carabinieri per la tutela della biodiversità. Per questi aspetti, ci sono tantissimi divieti.
Non si può dormire nell’isola, né tantomeno pescare. È possibile navigare solo entro 1000 metri dalla costa. Si accede via mare solo a Cala Maestra, fondale sabbioso, giungendo perpendicolarmente alla costa. Assurdo, ma vero, c’è un piccolo eliporto per le emergenze, ma nonostante ciò non si può usare l’ancora, ma solo l’attracco al gavitello o al molo. Fino al 2018 era il Comando dei Carabinieri del settore a dare il permesso per accedere al parco botanico e al museo, e ci volevano 3 anni d’attesa!
Ma da tempi più recenti, le visite guidate possono essere 25 l’anno con un massimo di 75 persone ciascuna. Si prenota tutto tramite la piattaforma web a partire dal mese di gennaio. Facendo un breve calcolo, si sommano circa 1875 posti, ma si esauriscono prestissimo. Per questo è quasi inaccessibile! Come già accennato, si approda da Cala Maestra, locazione interessante, perché è qui che c’è l’unica costruzione esistente, la Villa Watson-Taylor costruita da Giorgio Watson-Taylor, colui che ne fu l’unico proprietario. Sulla parte Nord-Est è possibile poi giungere ai resti di un antico monastero del V secondo d.C.
Ma perché è così speciale? Al di là del racconto di Dumas, si tratta di un’isola che nel corso della storia ha avuto la sua funzionalità, oltre che misteri. La storia del Conte di Montecristo, non è frutto di sola fantasia. Infatti, sarebbe stato proprio la leggenda legata al Monastero del V secolo d.C., quello di San Mamiliano, a ispirarlo. Ci sarebbe stato un vero tesoro, risultato di donazioni ecclesiastiche accuratamente celate dai monaci, e la figura del Santo è legata all’isola. Eremita che vi avrebbe vissuto uccidendo il simbolo del paganesimo, un drago!
Ma le razzie dei corsari nel corso del Cinquecento avrebbero reso la vita monastica impossibile. Vani i tentativi di colonizzazione del 19° secolo. Nel 1814 Napoleone Bonaparte fece inviare nell’isola un presidio militare, ma fu nel 1852, i sopracitato Barone, ad acquistarla e a costruircisi la villa reale. Dal 1869 se ne appropriò sempre più il Governo d’Italia, divenendo meta di caccia di nobili e monarchi, i Ginori e i Savoia. Quasi come se fosse un club privato!
Nel ’71 la gestione inizia a cambiare, viene dichiarata Riserva Naturale da preservare, e dal ’79 anche le acque circostanti. A distanza di un decennio circa, il Demanio di Livorno concesse l’affitto dell’isola al marchese di Firenze, Lisci, che la trasformò in una riserva di caccia personale facendovi stabilire famiglie di agricoltori. Lo Yatch Urania partiva da Livorno una volta alla settimana, traportandovi ospiti come Giacomo Puccini, il Principe Alberto I di Monaco e la moglie Alice Heine, e lo stesso Vittorie Emanuele III, il quale successivamente però ne divenne il vero detentore.
Dopo esser stata meta del viaggio di nozze del principe ereditario d’Italia Vittorio Emanuele e Elena del Montenegro, nel 1899 Lisci concesse ogni diritto a Vittorio Emanuele III, facendosi pagare un affitto di 2 mila lire. Storica la frase di Lisci che si rivolse al re come se fosse lui il “vero Conte di Montecristo”, battezzando il re però come il vero Sovrano, da cui non vi discende un “dominio provvisorio” come il suo, ma permanente.
Anche la seconda guerra mondiale fu legata al luogo, dato che la villa spogliata degli arredi, divenne una postazione militare italo-tedesca. Ma anche quest’isola è stata martoriata: nel ’48 un’esercitazione militare causò 7 morti in seguito alla precipitazione di un bombardiere inglese.
Un’isola così piccola, ma piena di mistero misto a storia: simbolo letterario o luogo naturale unico al mondo? L’isola di Montecristo può essere tante cose, come Edmond Dantès e le sue identità per la vendetta.