C’è un film che, ogni volta che torna in TV, ci fa fermare tutto e cantare a squarciagola. Che tu sia un fan dei musical o meno, è difficile resistere!
Ma cosa lo rende così speciale? È solo nostalgia o c’è qualcosa di più dietro il suo successo senza tempo? Alcuni film invecchiano, altri restano impressi nella memoria collettiva. Tutti insieme appassionatamente appartiene alla seconda categoria. Sarà la storia d’amore, le canzoni che conosciamo a memoria o il carisma di Julie Andrews, fatto sta che, ogni volta che lo danno in TV, non riusciamo a cambiare canale. Anche chi non ama i musical finisce per canticchiare. Forse è il periodo dell’anno, forse è il bisogno di qualcosa di rassicurante, ma ciclicamente questo film riappare nelle nostre vite.

E il bello è che funziona sempre. Ma perché? Cos’ha di così magico questa storia ambientata tra le montagne austriache? Iniziamo col dire che, uscito nel 1965, ha riscosso un successo tale da risollevare le sorti della 20th Century Fox, che era in difficoltà finanziarie dopo il flop di “Cleopatra” nel 1963. Il film è basato sul musical teatrale “The Sound of Music” di Richard Rodgers e Oscar Hammerstein II, a sua volta ispirato al libro autobiografico di Maria von Trapp.
Il segreto di un successo che dura da decenni
La trama ci presenta Maria, una giovane novizia con una passione irrefrenabile per la musica, interpretata dalla Andrews. Maria entra nella casa dei von Trapp e, senza volerlo, entra anche nei nostri cuori. È un’inguaribile ottimista, una di quelle persone che non si arrendono alla rigidità del mondo. La sua allegria non è superficiale, non è leggerezza senza sostanza. È resistenza. Davanti a una casa fredda, a un uomo che ha smesso di ascoltare la musica, a bambini trattati come piccoli soldati, lei non si piega. Non si adatta. Porta la sua chitarra, la sua voglia di cantare e, canzone dopo canzone, smonta la corazza del capitano e regala ai ragazzi un’infanzia che non avevano mai vissuto davvero.
Julie Andrews, reduce dal successo di Mary Poppins nel 1964, incarna perfettamente Maria, confermando il suo talento nel ruolo di governante che porta gioia e musica nella vita dei suoi assistiti. La sua performance le è valsa una candidatura all’Oscar come miglior attrice protagonista. Christopher Plummer, con la sua interpretazione del capitano von Trapp, offre una rappresentazione sfaccettata di un uomo diviso tra dovere e sentimenti, rendendo credibile la sua trasformazione da padre severo a uomo innamorato e premuroso.

Una cosa curiosa, la nostra ex Mary Poppins inizialmente esitò ad accettare il ruolo di Maria, temendo che fosse troppo simile al suo precedente personaggio. Dall’altra parte, Plummer non era entusiasta del progetto e trovava alcune canzoni. Inoltre, all’inizio delle riprese, Plummer e Andrews non andavano molto d’accordo; lui la soprannominava “Miss Disney”.
Ma tornando alla pellicola, il film non è solo dolcezza. Sotto la favola, c’è un contrasto forte. Da una parte la casa che si riempie di vita, dall’altra un’Austria sull’orlo di una tragedia. La guerra incombe, il nazismo si allunga come un’ombra e il capitano von Trapp è un uomo combattuto. Ex militare, tutto d’un pezzo, si trova davanti a una scelta: obbedire o ribellarsi. E alla fine, sceglie. Non la patria, non la disciplina, ma la famiglia, l’amore, la libertà. Per questo la sua storia ci tocca tanto. Perché parla di scelte difficili, di coraggio, di mettere gli affetti davanti a tutto, anche quando il mondo ti dice di fare il contrario.
E poi ci sono le canzoni. È impossibile parlare di Tutti insieme appassionatamente senza nominare la colonna sonora. “Do-Re-Mi”, “My Favorite Things”, “Edelweiss”. Ogni nota è un pezzo di memoria collettiva, qualcosa che appartiene a tutti, anche a chi non ha mai visto il film. La musica è la forza motrice della storia, il mezzo con cui Maria cambia tutto. Non a caso il primo vero legame tra lei e i ragazzi nasce proprio attraverso una canzone. E funziona anche su di noi. Ascoltarle ci fa tornare bambini, ci riporta a un mondo più semplice, a un tempo in cui bastava una melodia per sentirsi al sicuro.
E così, mentre guardiamo la famiglia von Trapp fuggire tra le montagne, con la colonna sonora che ci accompagna, ci rendiamo conto che questo film ci ha lasciato qualcosa. Non solo canzoni da canticchiare, ma un senso di speranza. Perché, anche nei momenti più difficili, c’è sempre spazio per la musica, per l’amore, per un lieto fine. E forse è proprio questo il motivo per cui, anno dopo anno, continuiamo a guardarlo.