Quanto c’è di vero in Miss Potter? Il film del 2006 racconta la vita di Beatrix Potter, autrice e illustratrice amata da generazioni, ma la storia sullo schermo è quella reale?
Chi non ha mai visto almeno una volta un coniglietto con la giacchetta blu? Beatrix Potter ha creato un mondo di animali parlanti che ha incantato generazioni, ma chi era davvero questa donna dietro i suoi disegni? Miss Potter, film del 2006, prova a raccontarlo con un mix di realtà e immaginazione. Come sempre, quando si parla di biopic, viene il dubbio: quanto c’è di vero e quanto è stato romanzato per rendere tutto più cinematografico? Il cinema ama le storie intense, piene di sogni e ostacoli, ma la vita vera non sempre segue una sceneggiatura perfetta.

Dietro la macchina da presa c’è Chris Noonan, regista australiano che nel 1996 aveva stupito il mondo con Babe, maialino coraggioso. Dopo quel successo, però, si era preso una lunga pausa e Miss Potter è stato il suo ritorno alla regia. La sceneggiatura è di Richard Maltby Jr., ma il cuore della storia è tutto di Beatrix, una donna che, nonostante il successo, è rimasta spesso in ombra rispetto alle sue stesse creazioni. Capita spesso con le autrici, specialmente nel passato: i loro personaggi diventano icone, ma i loro nomi restano meno conosciuti. Eppure, tra libri, film e gadget, è quasi impossibile non aver mai incontrato almeno una volta Peter Coniglio. Ma il film riesce davvero a restituire l’essenza della sua creatrice?
La figura di Beatrix Potter nel cinema: la sua eredità oltre i libri
Londra, fine Ottocento. Beatrix Potter è una donna fuori dal tempo, o forse troppo avanti per il suo. Non ha alcuna intenzione di sposarsi con un uomo scelto dai genitori, non si interessa alle convenzioni dell’alta società e soprattutto passa le giornate a disegnare conigli, oche e topolini parlanti. Oggi diremmo che è un’artista visionaria, ma all’epoca una donna così veniva vista come un problema da risolvere. Sua madre, severa e tradizionalista, la vorrebbe sistemata con un buon partito, mentre lei ha una sola ambizione: pubblicare le sue storie illustrate.
Il mondo editoriale non è un posto accogliente per una donna che scrive, figuriamoci per una che disegna animali con i vestiti. Ma quando Beatrix si imbatte in Norman Warne, giovane editore dal carattere gentile e brillante, qualcosa cambia. Lui vede il potenziale nei suoi disegni e nei suoi racconti e decide di scommettere su di lei. Il successo è immediato: il pubblico si innamora dei suoi personaggi e il suo libro diventa un caso editoriale. Ma tra Beatrix e Norman non c’è solo un rapporto di lavoro. La loro complicità si trasforma in qualcosa di più profondo, un affetto sincero che, però, dovrà fare i conti con una realtà più dura delle fiabe che lei racconta.

Norman non è il classico principe azzurro, e il film evita di trasformare la loro storia in una favola romantica a tutti i costi. Beatrix, da parte sua, non è una donzella in attesa di essere salvata, ma una donna che vuole scegliere il proprio destino. Il loro amore nasce in un contesto di rispetto e di crescita reciproca, una rarità nei film in costume, dove spesso le eroine femminili sono relegate a ruoli più passivi.
Ma il film non è solo la storia di un amore. È anche il ritratto di una donna che usa la sua arte per conquistare indipendenza. Beatrix non scrive solo per bambini, ma per sé stessa, per dimostrare di poter essere qualcosa di più di una signorina da marito. I suoi personaggi prendono vita nel film attraverso dolci animazioni che ricordano che, per lei, il disegno è sempre stato un rifugio e un modo per comunicare.
Eppure, Miss Potter non è un film che si prende troppi rischi. La regia di Chris Noonan è delicata, forse anche troppo. Il film scorre con eleganza, ma a volte sembra trattenersi, come se avesse paura di sporcare troppo il ritratto della protagonista con i conflitti e le difficoltà reali che ha affrontato. Si percepisce una certa dolcezza di fondo, che rende tutto un po’ ovattato, anche nei momenti più drammatici.
A dare energia alla storia ci pensano gli attori. Renée Zellweger dà a Beatrix un’aria sognante ma determinata. Ewan McGregor è un Norman dolce e carismatico, mentre Emily Watson, nei panni della sorella di lui, regala uno dei personaggi più vivaci e interessanti del film. Insieme, riescono a bilanciare la narrazione con momenti di leggerezza e autenticità.
Al di là dei suoi toni morbidi, Miss Potter racconta qualcosa di importante. Beatrix non è solo una scrittrice di successo, ma una donna che ha sfidato le regole del suo tempo. Oltre a essere un’autrice amatissima, è stata una pioniera della conservazione ambientale, acquistando ettari di terra nel Lake District per proteggerli dallo sviluppo urbano. La sua eredità non è fatta solo di libri illustrati, ma anche di paesaggi incontaminati che, grazie a lei, sono ancora lì.
Alla fine, il film lascia una sensazione dolceamara. Non è un biopic perfetto, non scava troppo in profondità, ma riesce a trasmettere l’essenza di Beatrix Potter e del suo mondo. E forse è giusto così: in fondo, le sue storie non erano mai solo per bambini, ma per chiunque abbia ancora voglia di credere nella magia dei piccoli dettagli.