Dal romanzo di Frances Hodgson Burnett al film del 1993 di Agnieszka Holland, “Il giardino segreto” ha incantato intere generazioni. Ma questa trasposizione è riuscita a mantenere la magia della storia originale?
Quante volte un film ci ha fatto tornare bambini? Alcune storie hanno il potere di restare con noi, di cambiarci un po’ ogni volta che le riscopriamo. Il giardino segreto è una di queste. Un libro che ha accompagnato generazioni, con il suo mondo nascosto dietro cancelli arrugginiti e segreti sussurrati tra le siepi. Ma il cinema riesce davvero a restituire la stessa magia? È una sfida difficile, perché i libri vivono nell’immaginazione di chi legge, mentre un film deve dare un volto e una forma a tutto.

Nel 1993 Agnieszka Holland ha raccolto questa sfida, portando sullo schermo una nuova versione del classico di Frances Hodgson Burnett. Non era la prima e non sarà l’ultima, ma ha qualcosa di speciale. L’atmosfera gotica, la campagna inglese avvolta dalla nebbia, un cast che mescola giovanissimi talenti e attori affermati come Maggie Smith. Il film ha saputo conquistare il pubblico dell’epoca, ma oggi, con gli occhi di chi è cresciuto, riesce ancora a incantare o il tempo ha tolto un po’ della sua magia?
Un classico senza tempo che continua a emozionare
Mary Lennox ha sempre avuto tutto, ma non l’affetto dei suoi genitori. Cresciuta in India tra servitori che la accontentavano in tutto, si è trasformata in una bambina viziata e scontrosa. Poi, da un giorno all’altro, il colera le porta via la famiglia e viene mandata in Inghilterra, dallo zio Archibald Craven. Un uomo che praticamente non vede mai, chiuso nel suo dolore per la moglie morta. La casa in cui va a vivere, Misselthwaite Manor, è un’enorme dimora fredda e silenziosa, persa nella nebbia della brughiera. Nessun gioco, nessun amico, solo lunghi corridoi e una governante severa, Mrs. Medlock, che la tratta più come un peso che come una bambina.

All’inizio Mary non sa cosa fare, non è mai stata abituata a cavarsela da sola. Ma il tempo passato all’aria aperta comincia a cambiarla. Martha, una giovane cameriera dal carattere solare, le parla di suo fratello Dickon, che ha un modo speciale di comunicare con gli animali. È lui che le insegna a osservare la natura, a sporcarsi le mani, a prendersi cura delle cose. Ma la vera svolta arriva quando Mary scopre una chiave sepolta nel terreno. Segue un pettirosso tra i cespugli e si imbatte in una porta nascosta. Dietro c’è un giardino dimenticato, chiuso da anni, lasciato crescere incolto.
Quel luogo diventa la sua ossessione. Per la prima volta sente di avere uno scopo: riportare in vita il giardino. Con l’aiuto di Dickon, inizia a lavorare per liberarlo dalle erbacce e farlo rifiorire. Ma non è l’unico segreto della casa. Di notte, tra i corridoi bui, sente dei lamenti. Alla fine scopre che vengono da Colin, suo cugino, un bambino fragile che tutti credono destinato a morire. È stato convinto di essere malato, e quindi si comporta come tale. Vive chiuso nella sua stanza, terrorizzato dal mondo esterno. Mary però non ci sta. Se il giardino può tornare a vivere, perché non lui?
Il film del 1993, diretto da Agnieszka Holland, riesce a catturare l’atmosfera magica del romanzo di Frances Hodgson Burnett, pur cambiando qualche dettaglio. Nel libro Mary trova la chiave scavando nel terreno, nel film è nascosta in un cassetto. Piccole differenze che non stravolgono la storia, ma danno un ritmo più cinematografico. Anche la relazione tra Mary e Dickon è leggermente diversa: nel romanzo Mary inizia il suo progetto da sola e solo dopo coinvolge il ragazzo, mentre nel film la loro amicizia parte subito. Una scelta che rende tutto più dinamico.
Gli attori funzionano benissimo nei loro ruoli. Kate Maberly è una Mary perfetta, che passa dal broncio costante alla curiosità e alla voglia di vivere. Heydon Prowse nei panni di Colin riesce a rendere il suo cambiamento credibile: da bambino irritante e pieno di capricci a ragazzino che finalmente scopre il mondo. E poi c’è Maggie Smith, la grande e immensa, che non ha bisogno di presentazioni. Anche in un ruolo severo come quello di Mrs. Medlock, riesce a dare profondità al personaggio senza renderlo solo un’antagonista.
Visivamente, il film è splendido. Gli interni della casa sono freddi, austeri, quasi soffocanti, mentre il giardino segreto è un’esplosione di colori, luce e vita. Un contrasto che accompagna perfettamente la trasformazione dei personaggi: man mano che il giardino rifiorisce, anche loro cambiano, si aprono alla vita, lasciano andare il dolore.
Parliamo di uno di quei film che non ha bisogno di grandi colpi di scena o effetti speciali per incantare. Racconta la crescita, la scoperta, il potere della natura e dell’amicizia. È una storia semplice, ma piena di emozioni, che lascia qualcosa dentro. Un film che ti fa venir voglia di perderti in un giardino nascosto, lontano da tutto.